Fuori dal coro 20/03/2015

Nella storia della Tenuta Gallinella non solo olio ma soprattutto persone

Nella storia della Tenuta Gallinella non solo olio ma soprattutto persone

Dalla Trinacria al continente, Pietro Sabella non si è risparmiato per presentare la sua terra, la provincia, la regione di origine e la sua passione dell’olio artigianale


In questi anni costellati da corsi, educational, incontri e viaggi dell’olio, abbiamo conosciuto con la nostra Accademia Maestrod’olio centinaia di persone, guardato i loro occhi colmi di attesa, stretto mani graffiate dal vento e ascoltato dialetti che parlavano una sola lingua comune: la speranza di far conoscere l’olio extravergine artigianale del proprio territorio.

Se dovessi dare un premio al produttore che nell’ultimo anno si è prodigato maggiormente per divulgare non solo il suo olio ma anche la sua terra, la provincia e la regione di origine, questi è senz’altro Pietro Sabella, contadino olivicoltore in quel di Sciacca, Agrigento.

Brillante, solare come la sua isola di provenienza e appassionato del suo lavoro come pochi, ha saputo presentare i suoi prodotti e il suo Paese-Sicilia con grande orgoglio, determinazione, convinto che la sua isola meriti rispetto e apprezzamento in Italia e all’estero.

La storia della sua azienda, circondata da oltre mille olivi, è da raccontare, non solo perché prende origini dal soprannome del nonno, chiamato “Jadazzu” ovvero gallo, ma perché in quei luoghi fu girato un celebre film con Pietro Germi, “In nome della legge” del 1948. Il capomafia interpretato dal celebre attore si chiamava “Gallinella”, che ancora oggi dà il nome all’attuale tenuta.

La grande volontà di Pietro, terza generazione di olivicoltori, lo ha portato in pochi anni a creare un prodotto in grado di esaltare le varietà tipiche dell’areale: Cerasuola, Biancolilla e Nocellara del Belice, tipiche cultivar di Sciacca, chiamata dagli antichi Arabi Sciakk o Xacca.
Nonostante l’annata poco propizia, Pietro è riuscito a preservare le olive, imbottigliando un olio aromatico e persistente, con note vegetali di rucola e floreali. Al palato si riconoscono sensazioni amare e piccanti con un finale di pepe nero.

Con un olio del genere, dove esce tutto il sole della Trinacria, l’accostamento ideale è senz’altro con un’insalata di agrumi, tonnetto e cipolle, con una ruota di pesce spada e pomodorini o per esaltare un ciambellone alle mele.

di Fausto Borella