Fuori dal coro 02/10/2014

Un occhio professionale ma inusuale sull'olivicoltura italiana

Un occhio professionale ma inusuale sull'olivicoltura italiana

Come vede un fotografo il mondo oleario e i suoi protagonisti? Giorgio Tassi presta la sua professionalità in un ambito che lo porta a rincorrere gli olivi in tutta Italia per immortalare quello che di umano si racchiude dietro un bel tronco contorto


Giorgio Tassi, fotografo professionista, oltre ad essere conosciuto come fotografo di paesaggio, nel corso degli anni è divenuto “fotografo – olivicolo”. Appellativo che si è guadagnato sul campo, in virtù della collaborazione avviata da tempo con l’ASSAM Marche per la caratterizzazione delle varietà autoctone di olivo, con Edagricole per la fornitura di immagini relative al mondo dell’olivo e dell’olio e grazie a prestigiose pubblicazioni a diffusione nazionale, in cui ha curato la campagna fotografica.
Giorgio ha girato l’Italia per raccontare con immagini le emozioni che tante realtà olivicole gli hanno suscitato, dal Garda alla Calabria, Sicilia e Sardegna comprese.
Una perfetta sinergia…il mio occhio esperto da agronomo vede la varietà, l’umbone, il mucrone, l’invaiatura, la rogna….il suo occhio da fotografo vede le forme, i colori, la luce, il contrasto…e insieme si va alla ricerca di quanto di umano aleggia in mezzo agli oliveti, a completamento di quanto di umano ci mettono gli olivicoltori, con il loro amore incondizionato verso una pianta che, semplicemente, si fa voler bene.
E le foto trasmettono emozioni….

- Un fotografo di paesaggio si incontra con una pianta magica, in un viaggio nell’Italia dell’olivo e dell’olio…quale è stato l’approccio?
In questo lunga viaggio ho avuto la possibilità di scoprire la bellezza che si cela dietro una pianta di olivo, nella relazione con il paesaggio in cui è inserita, nel rapporto con l’uomo.
Nei numerosi modi di “fare foto”, dal reportage, alla foto di cerimonia, allo still-life, quello relativo alla - foto di paesaggio - generalmente viene affrontato con sufficiente leggerezza. Affidandosi il più delle volte all’eccezionalità di un evento – lo spettacolo di un tramonto, piuttosto che una rigogliosa distesa di girasoli, ci si dimentica dell’estrema difficoltà che si pone di fronte al fotografo, che nello scattare la foto cerca di dare una risposta, piuttosto che formulare correttamente la domanda.
Nella mia esperienza di fotografo di paesaggio, ho sempre cercato di stabilire una relazione, tra la mia visione interiore ed il dato oggettivo che avevo di fronte.
Nell’opera – La filosofia dell’arte – Schelling amava ripetere, che “l’arte non rivela le cose, ma i modelli ideali, gli archetipi, di cui esse sono i riflessi”, più tardi sarà il pittore Paul Klee a dire che “l’arte non mostra il visibile, ma rende visibile”.
Nel mio modo di fotografare il paesaggio ho sempre cercato di “vedere fotograficamente un oltre”; oltre me stesso, oltre lo strumento, sostenuto solo dalla luce, che nel campo selezionato del mio sguardo prepara la realtà per essere letta.

- E il tuo rapporto con l’olivo?
Quando mi sono misurato con le piante di ulivo, l’orizzonte degli eventi ha subito una repentina espansione: quelle che mi trovavo di fronte non erano solo delle “sculture naturali”, non potevo permettermi solo di ritrarre un olivo secolare come se di fronte avessi un olivo secolare,
con la sua imponenza, le sua strana forma, ma un essere vivente, dove nella corteccia, nelle foglie, nei frutti era possibile percepire il battito del tempo.
Ricordo quando sono andato nella zona archeologica di Agrigento: poco dopo l’apertura frotte di turisti che si affrettavano veloci sul selciato verso le monumentali colonne del tempio; ignari passavano accanto all’olivo che è poco distante, coevo dell’architettura, ma vivo, ancora in grado di far sentire il fruscio del vento tra le sue foglie. Oppure in Sardegna, vicino ad Ussaramanna, dove fa bella mostra di sé un olivo, con il tronco che si avvita nell’aria: vicino stava pascolando un gregge di pecore ed ho sentito il bisogno di ritrarli insieme, non tanto per sommare due icone della Sardegna, ma perché ho provato ad immaginare e sentire come nel corso di secoli, il brucare lento abbia accompagnato il movimento della pianta.

- E dietro l’olivo, l’olivicoltore…
L’olivo, più in generale gli olivi storici, sono un tesoro prezioso allo sguardo di chi osserva. E’ stato straordinario, nel mio peregrinare in lungo ed in largo per l’Italia, vedere gli occhi degli olivicoltori che si lucidavano, quando rivolgevo loro l’apprezzamento per le loro piante: non solo olivicoltori, non solo impegnati a trovare la giusta quadra tra resa in olio e fatica, tradizione piuttosto che guadagno: chi possiede degli olivi storici, monumentali, è innanzitutto un guardiano del tempo, un custode della memoria collettiva, che ci concede l’opportunità di riconnetterci con la natura, che non è solo ambiente, o panorama, o ecosistema, ma innanzitutto il complesso delle cose dove accade la nostra breve esperienza umana.

E la fotografia non è solo l’occhio che guarda in un obiettivo, ma un coinvolgimento di tutti i sensi, fino a raggiungere emozioni che coinvolgono la persona nella sua interezza…
La collaborazione ormai in essere da decenni, tra me e Giorgio Tassi, ha portato a mettere in campo, insieme all’Associazione FLAVOR, l’iniziativa FOTOGRAFIADIGUSTO, una collaborazione …tra i sensi, che permetta di scoprire a fondo la realtà che ci circonda, “la natura” di cui facciamo parte. Lezioni di fotografia ed escursioni naturalistiche si alternano a degustazioni guidate di prodotti del territorio quali olio, miele, birra artigianale per una esperienza totale dei sensi. Questa originale combinazione tra fotografia e gusto avviata nelle Marche, proseguirà con la messa a punto di moduli di approfondimento in diversi territori olivicoli italiani: il soggetto principe l’OLIVO, varietà autoctone, piante storiche, paesaggio ma anche….degustazione di oli monovarietali e prodotti del territorio.

Bibliografia

Pubblicazioni di settore in cui Giorgio Tassi ha curato la campagna fotografica:

“L’Olivo e l’Olio nelle Marche”, 2002 – Ed. BOLIS Bergamo
“Olio, tre millenni di olive in Italia”, 2008 - Ed. BOLIS Bergamo
“Oli monovarietali - una varietà, un olio, un territorio, una storia”, Gabbiano Editore, volume celebrativo del decennale della Rassegna Nazionale
Olivo e Olio, mensile di olivicoltura – Edagricole

di Barbara Alfei

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