Massime e memorie 01/05/2010

La cosa più abbondante sulla terra? E' il paesaggio

L'incipit di Una terra chiamata Alentejo, romanzo a firma del premio Nobel José Saramago, ci rimanda a qualcosa di cui dobbiamo sentirci custodi


La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio. Anche se tutto il resto manca, di paesaggio ce n'è sempre stato d'avanzo, un'abbondanza che solo per un miracolo instancabile si spiega, giacché il paesaggio è senza dubbio precedente all'uomo e nonostante ciò, pur esistendo da tanto, non è esaurito ancora.
Sarà perché costantemente muta: ci sono epoche dell'anno in cui il terreno è verde, altre giallo, poi marrone o nero. E anche rosso in certi luoghi, che è il colore dell'argilla o del sangue versato. Ma questo dipende da ciò che nel terreno si è piantato e si coltiva, o non ancora, o non più, oppure da quello che vi è nato naturalmente, senza mano d'uomo, e giunge a morte solo perché è arrivata la sua fine. Non è il caso del grano, che ancora con un pò di vita lo si taglia. Né della sughera a cui, vivissima, sebbene tanto seria da non sembrarlo, viene strappata la pelle. Fra grida.
Non mancano i colori a questo paesaggio. Ma non solo colori. Ci sono giorni duri come il loro freddo, altri in cui non sembra che vi possa essere aria per tanto caldo: il mondo non è mai contento, e come potrebbe, tant'è sicuro della morte."

José Saramago


Testo tratto da: José Saramago, Una terra chiamata Alentejo, Bompiani, Milano 1998

di T N