Massime e memorie 17/04/2010

La confraternita dei puttanieri

L'eros che graffia. Quello vietato alle anime sensibili. Meglio non leggere, piuttosto. I versi scurrili di Catullo nella traduzione dell'apocalittico e irriverente Guido Ceronetti


Confraternita dei puttanieri
alla Taverna della Minchia
nove colonne dopo il tempio dei Dioscuri
credete solo voi avere un cazzo?
E vi siete arrogato il ius chiavandi
tutte le donne, calpestando gli altri
come castrati e cornuti?

E non sapete che io inculerei
i vostri cento o duecento culi alzati
e messi in fila, cafoni?
Sì - lo farò. E coprirò di scritte
i muri della taverna: "Stanno qui
quelli col culo rotto".

Dalle mie braccia volata via
anche la donna mia
lei, amata come nessuna,
per la quale ho combattuto
una guerra forsennata,
si fa inculare lì.
Come se foste degni di lei
tutti ve la chiavate
e non siete che piccole canaglie
puttanieri da bassi vichi,
miseria.

E più degli altri tu
il Fénix delle Capigliature, la Barbaccia che piace,
tu figlio del Paese dei Conigli
Egnazio delle Spagne -
che alla spagnola ti freghi i denti
col piscio.

Catullo > Guido Ceronetti



Testo tratto da: La passion predominante. Antologia della poesia erotica italiana, a cura di Guido Almansi e Roberto Barbolini, "Poeti della Fenice", Guanda, Parma 1988

di T N