Massime e memorie 23/01/2010

“Lo sapevo che sei una gran buttana…”

"Si versa dell’olio sulle mani e con quello mi massaggia, mi accarezza, mi unge tutto il corpo". La magia evocatrice di Giuseppina Torregrossa in un intenso brano tratto da Il conto delle minne


Giuseppina Torregrossa

“Lo sapevo che sei una gran buttana…”. Non c’è disprezzo in questa parola, ma tutta l’eccitazione e il compiacimento di chi ha appena avuto la conferma che il proprio istinto non ha sbagliato. Mi fa allungare sul tavolo tra le stoviglie rimaste e mi assaggia poco per volta, mordendomi, toccandomi, sfiorando i miei capezzoli, leccando la mia pancia con gusto, quasi fosse un dolce. Io non ritrovo l’uso della parola, mugolo, mi lagno, lo incito, ma soprattutto lo lascio fare. (…)
S’interrompe solo per dare ordini.

(…) “Vammi a prendere la bottiglia dell’olio” mi sibila nell’orecchio.

(…) Torno con passi esageratamente lenti, un piede dietro l’altro, muovendo il bacino a destra e sinistra, mentre le mie minne ondeggiano su e giù. Lo trovo nudo. Mi distende di nuovo sul tavolo, che ha liberato del tutto, mi leva ancora le scarpe. Si versa dell’olio sulle mani e con quello mi massaggia, mi accarezza, mi unge tutto il corpo. Appena trovo la forza di sollevarmi, i miei occhi incontrano il suo sguardo: non ho bisogno che me lo dica, lo ungo completamente, ricambiando il massaggio. La sensazione dei nostri corpi che scivolano l’uno sull’altro è magica, eccitante.

Giuseppina Torregrossa



Testo tratto da: Giuseppina Torregrossa, Il conto delle minne, Mondadori, Milano 2009 link esterno

di T N