Massime e memorie 11/10/2008

E all'imbrunire, dopo una faticosa giornata di lavoro, la mungitura

Dietro agli armenti e ai malgari dovevano partire anche i ragazzi. Nelle parole di Mauro Corona la dura esperienza di un passato carico di ricordi


All'imbrunire di quella faticosa, confusa, caotica prima giornata rimaneva l'ultima fatica: la mungitura. Mio fratello andava avanti per primo per preparare le bestie alla donazione: il suo facile compito era di massaggiare le mammelle fino alla comparsa del primo latte. Il vecchio ed io passavamo alla mungitura vera e propria e raccoglievamo il prezioso liquido spremuto a forza di dita in grandi secchi di alluminio che tenevamo stretti tra le cosce, seduti precariamente sugli instabili sellini di legno forniti di un'unica gamba.

(...) Al mattino la sveglia era fissata per le quattro e mezza. A quell'ora il vecchio, con un certo cinismo, prendeva un bastone e si metteva a picchiare violentemente un bidone di lamiera di forma quadrata su un lato del quale spiccava la scritta: "R. Nobili Gallarate". Lo ricordo bene perché l'ho odiato, quel bidone. Ogni volta il risveglio era brutale per l'improvviso fracasso prodotto dall'inconsueto strumento. Nè vi era verso di abituarvisi.


Mauro Corona



Testo tratto da: Mauro Corona, Il volo della martora, Mondadori, Milano 2003

di T N