'U cunnu, ovvero 'U pilu. Quando il sesso della donna è declinato al maschile
Una citazione da "La vita obliqua" di Enzo Siciliano mette in evidenza una curiosa espressione tipica della Calabria
“’U cunnu.” Oppure, “’U pilu”.
Era maschile nella loro bocca il sesso della donna, quasi a segno di un possesso connaturato e indiscusso – una soggezione che il genere grammaticale rendeva obliqua. Ma era un possesso spregiativo, poiché “cunnu” è parola che sigla un mollusco di mare – “chi havi saputi duci, ma è molle ‘n front’ ‘ a minchia, ch’è tosta”. Di mare – saporito, profumato, e, nel confronto con il cazzo, morbido in eccesso certe volte.
“Tu havi a cùnnere cu lu cunnu” – devi sporcarti di fica, cioè. Questo il mandato.
Enzo Siciliano
Testo tratto da: Enzo Siciliano, La vita obliqua, Mondadori 2007
LA RECENSIONE
Un viaggio in una Calabria ancestrale, divisa tra un'anima torpida, sensuale, velleitaria e capace di ogni bassezza e conformismo: link esterno