Massime e memorie 24/02/2007

LA SPORCIZIA

Una favola nera di Agota Kristof


(…)

Diventiamo sempre più sporchi, e i nostri vestiti pure. Prendiamo dei vestiti puliti nelle nostre valigie, sotto la panca, ma in poco tempo non ci sono più vestiti puliti. Quelli che portiamo si strappano, le nostre scarpe si consumano, si bucano. Quando è possibile camminiamo a piedi nudi e non portiamo che le mutande o i pantaloni. La pianta dei nostri piedi si indurisce, non sentiamo più le spine né i sassi. La nostra pelle si scurisce, le gambe e le braccia sono coperte di sbucciature, tagli, croste, punture di insetto. Le unghie, mai tagliate, si spezzano, i capelli, quasi bianchi a causa del sole, ci arrivano alle spalle.

La latrina è in fondo al giardino. Non c’è mai carta. Ci puliamo con le foglie più grandi di certe piante.
Abbiamo un odore misto di letame, pesce, erba, funghi, fumo, latte, formaggio, melma, fango, terra, sudore, orina, muffa.
Puzziamo come Nonna.

Agota Kristof


Testo tradotto da Armando Marchi; tratto da: Agota Kristof, Trilogia della città di K., Einaudi

di T N