Massime e memorie 18/11/2006

SLOW MAN

Il protagonista del libro di J. M. Coetzee, sopravvissuto all’impatto con un’auto mentre pedalava tranquillo lungo le strade della sua cittadina, si sentirà fortunato, rivivrà per un attimo quel passato e ringrazierà di essere vivo


Giace disteso, immobile. È una mattinata splendida. Il sole lo sfiora con dolcezza. Ci sono cose peggiori che lasciarsi andare inerti, che aspettare il ritorno delle forze. Anzi, ci sono cose peggiori che farsi un sonnellino. Chiude gli occhi; il mondo sbanda sotto di lui, rotea. Perde conoscenza.
Solo una volta, brevemente, torna in sé. Il corpo, che volava così leggero nell'aria, si è fatto pesante, così pesante che in nessun modo riuscirebbe a sollevare un dito. E c'è qualcuno chino sopra di lui che gli leva l'aria, un giovanotto con i foruncoli lungo l'attaccatura dei capelli ispidi.
- La mia bicicletta, - dice al ragazzo, compitando la parola difficile una sillaba dopo l'altra. Vuole chiedere che ne è stato della sua bicicletta, se qualcuno se ne sia occupato, poiché, come è noto, una bicicletta può scomparire in un lampo; ma prima che gli vengano fuori quelle parole perde di nuovo conoscenza.

J. M. Coetzee



Testo tratto da: J. M. Coetzee, Slow man, traduzione di Maria Baiocchi, Einaudi, Torino 2006

di T N