Massime e memorie 11/11/2006

OLTRE IL MITO DEL FANCIULLINO. UNA POESIA EROTICA DI GIOVANNI PASCOLI

Il candido corsetto che si slaccia, i colombi che tubano sul tetto, l'odore di viole, il bianco petto e due bocci con il rosso in cima. L'eros del poeta nato a San Mauro di Romagna trova una sua esemplare manifestazione in dei versi che catturano per la loro semplicità e freschezza


Il volume Nuovi poemetti, edito nel 1909, riporta una dedica ai suoi scolari di Matera, Massa, Livorno, Messina, Pisa e Bologna. "A voi che mi conoscete" scrive. "A voi, ai quali non avrò sempre mostrato molto ingegno e assai dottrina, ma animo onesto uguale sincero, sì, sempre. A voi, ai quali non credo aver dato mai esempi di presunzione e di ambizione, di malevolenza e di maldicenza. A voi, infine, ai quali io devo molto più che non diedi".

Ebbene, il poeta tanto studiato a scuola, ha nel suo repertorio anche poesie meno note, ma altrettanto apprezzabili, come quella che riportiamo qui di seguito, ad alto contenuto erotico.

Non possiamo che augurarvi buona lettura.




(...)

Ma tu ti sganci il candido corsetto,
o bionda Rosa. Fuori è chiaro il sole,
e due colombi tubano sul tetto

Ti slacci il busto. Odore di vïole
bianche è nell'orto. Oh! lascia come prima.
Bello è come è. Non altro fior ci vuole.

Ci son due bocci ch'hanno il rosso in cima.

Non chiudere entro il bianco petto, o Rosa,
il fior del sonno. Non la notte e il giorno
costì si veglia e mai non si riposa?

Ma senti a un tratto scalpicciare intorno
alla tua casa... Ora le lievi trine
tu lieve agganci, ed il corsetto adorno

richiudi, a un grido delle tue vicine.

(...)



Giovanni Pascoli





Testo tratto da: Giovanni Pascoli, Nuovi Pometti, I filugelli, Canto primo, Zanichelli, Bologna 1909

di T N