Massime e memorie 07/10/2006

SCENE RIBUTTANTI

Dov'è l'uomo?


(...) morto sul colpo perché ha sbattuto la testa con enorme violenza. È disteso sulla strada a braccia aperte. Dalle case accorrono decine di persone urlanti. Circondano gli italiani e ridono. (...). Il maresciallo ha la testa insanguinata, mentre la tuta mimetica (...) è zuppa di sangue che esce dalle profonde ferite alle gambe. Gli afghani li deridono e non muovono un dito per soccorrerli. Quando capiscono che fra i soldati c'è una donna, tutti gli afghani si affollano attorno a Pamela (...) che si contorce sull'asfalto. Pamela ha il gluteo sinistro lacerato da una scheggia e il collo dolorante perché ha picchiato la testa. Non riesce a rimettersi in piedi. Ha perso l'elmetto, i lunghi capelli corvini sono sparsi nella polvere. E quelli cominciano a insultarla, la irridono, si levano urla minacciose contro di lei. Poco più in là si svolge un’altra scena ributtante. Un uomo ha visto gli occhiali da sole schizzati via (...). Si precipita a raccoglierli e se li infila e la gente attorno accoglie il gesto con uno scroscio di risate.


Marco Nese


Testo tratto dal quotidiano il "Corriere della Sera" del 2 ottobre 2006, un articolo di Marco Nese dal titolo "Kabul, urla di gioia e scherno sul corpo dell’italiano ucciso":
link esterno

di T N