La voce dell'agronomo 27/01/2016

L'olio d'oliva tunisino e il colonialismo del Terzo Millennio

L'olio d'oliva tunisino e il colonialismo del Terzo Millennio

Rovesciando il paradigma, ovvero guardando a chi ci guadagna e non solo a chi ci perde, si possono scoprire molte altre prospettive della realtà e della verità. Il provvedimento di Bruxelles aiuta “i produttori dei paesi europei di olio d’oliva a preservare la loro posizione dominante nel mercato globale.”


L'importazione di ulteriori 35 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino, a dazio zero, nell'Unione europea s'ha da fare.

Il voto della Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo ha scatenato una nuova ridda di polemiche.

Una legge dell'economia vuole che se c'è qualcuno che ci perde, ci deve essere qualcuno che ci guadagna.

Le discussioni in ogni dove, a partire dalle istituzioni comunitarie e nazionali, si sono concentrate sui danneggiati, ovvero gli olivicoltori europei, facendo scomparire dalla scena i beneficiati dalla misura della Commissione europea.

L'Alto rappresentante dell'Ue Federica Mogherini e altri autorevoli esponenti dell'esecutivo di Bruxelles ci hanno spiegato che i beneficiari sono i tunisini, popolo che ha bisogno di un aiuto dopo la primavera araba. Aiutare la loro economia sarebbe quindi un imperativo morale.

Alcune organizzazione non governative tunisine, come riportato da Agricolae, non credono che il provvedimento favorirà la Tunisia. Secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, l’Unione generale tunisina del lavoro e la Lega tunisina per i diritti umani “questa misura è destinata solo a facilitare le esportazioni tunisine sul mercato europeo per aiutare i produttori dei paesi europei di olio d’oliva a preservare la loro posizione dominante nel mercato globale.”

Chi ci guadagna dunque?

Il contingente di olio importabile nell'Unione europea senza dazi, dopo l'aumento di 35 mila tonnellate previsto, salirebbe a 91 mila tonnellate, a fronte di un potenziale produttivo medio della Tunisia di 200 mila tonnellate. Le imprese olearie europee, quindi, potrebbero controllare il 50% circa del mercato tunisino dell'olio d'oliva, di più se consideriamo i consumi interni. Chi controlla una quota così significativa degli scambi controlla anche il prezzo.

Incrementare a 91 mila tonnellate le possibilità di importazioni di olio d'oliva tunisino significa quindi consegnare nelle mani delle imprese olearie europee le chiavi dell'olivicoltura tunisina, con il beneficio indiretto di togliere dal mercato, ancor prima che sorgano, possibili industrie olearie tunisine che potrebbero diventare pericolosi competitor delle nostre su scala globale.

Il provvedimento di Bruxelles, più che aiutare la Tunisia, ne fa una colonia del Terzo Millennio. Una colonia economica, perchè completamente dipendente dalle industrie olearie europee.

Rovesciando il paradigma, ovvero guardando a chi ci guadagna e non solo a chi ci perde, si possono scoprire molte altre prospettive della realtà e della verità.

di Alberto Grimelli

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Commenti 1

achille bennato
achille bennato
30 gennaio 2016 ore 21:56

non solo mantieni i prezzi bassi in italia e spagna e quindi acquisti a casa a prezzi bassi...ma in Tunisia non era annata di scarica?...