La voce dell'agronomo 11/12/2015

L'Epap cambia verso, ma i conti tornano?

L'Epap cambia verso, ma i conti tornano?

Oltre ai 1.6 milioni di euro previsti per la rivalutazione di legge, l’Epap distribuirà un extra rendimento di 4.9 milioni di euro agli aderenti alla cassa. Se il futuro lascia intravedere dei segnali incoraggianti, lo stesso non si può dire per il passato


In tema di pensioni le classi politiche si stanno sempre più rendendo conto delle differenti condizioni che i due regimi di calcolo delle pensioni, attualmente in essere, stanno generando:
- il sistema retributivo, ampiamente generoso e totalmente slegato dai contributi effettivamente versati;
- il sistema contributivo legato esclusivamente ai contributi versati.

Le recenti dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell’INPS Tito Boeri e dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti in tema di pensioni, sottolineano come le prospettive pensionistiche delle future generazioni siano ben diverse da quelle degli attuali pensionati.

Entrambi evidenziano che:
- le future pensioni saranno caratterizzate da importi nettamente inferiori a quelli attuali a parità di anni di contribuzione;
- sarà necessario versare i contributi previdenziali fin da giovani;
- esiste una stretta correlazione tra contributi versati e trattamento pensionistico finale;
- l’età prevista per andare in pensione sarà sempre più avanzata rispetto alle scorse generazioni.

Lo scenario sopra descritto è noto ormai da anni alle casse previdenziali nate con il decreto legislativo 103/96, le quali prima singolarmente (Agrotecnici) poi aggregandosi (EPAP ed Associazione degli enti previdenziali privati) hanno chiesto di poter modificare l’interpretazione della norma, particolarmente restrittiva e penalizzante, sul coefficiente di rivalutazione dei montanti, legata alla media quinquennale del PIL in senso assoluto, con un’interpretazione più coerente con lo spirito dell’art. 1 comma 9 della legge 335/1995 cioè che la media quinquennale del PIL debba intendersi come trattamento minimo.

Le recenti sentenze del Consiglio di Stato (n° 3859/2014 del 18/07/2014) e del TAR Lazio (n° 11085/2015) hanno dato alle casse previdenziali la possibilità di incrementare il coefficiente di rivalutazione dei montanti in base ai risultati di gestione ottenuti nel corso dell’anno, svincolandolo dalla media quinquennale del PIL.

Tale possibilità è stata utilizzata dall’Epap, come si legge nel recentissimo comunicato stampa sulla relazione programmatica del Consiglio di Amministrazione Epap al bilancio di previsione 2016.

Nel comunicato stampa si afferma che parte dei risultati di gestione saranno utilizzati per incrementare il coefficiente di rivalutazione dei montanti oltre i minimi di legge, il cosiddetto extra rendimento.

Si legge, infatti, che oltre ai 1.6 milioni di euro previsti per la rivalutazione di legge, l’Epap distribuirà un extra rendimento di 4.9 milioni di euro agli aderenti alla cassa.
Tutto ciò fa ben sperare per il futuro.

Ma se il futuro lascia intravedere dei segnali incoraggianti, lo stesso non si può dire per il passato.

E’ ormai noto a tutti che il coefficiente di rivalutazione dei montanti per l’anno 2014 era negativo (- 0,1927) e ciò avrebbe portato al paradosso che il montante non solo non si sarebbe rivalutato ma sarebbe diminuito in valore assoluto.

Per ovviare a ciò l’ art 5 del Decreto Legge 65 del 2015, recante “Disposizioni urgenti in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie sul Tfr”, ha introdotto alcune sostanziali modifiche all’articolo 1 comma 9 della Legge 8 agosto 1995 n° 335.

Infatti, a quest’ultimo articolo è stato aggiunto il seguente periodo: “in ogni caso il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo come determinato adottando il tasso annuo di capitalizzazione di cui al primo periodo del presente comma non può essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive”.

Nella relazione tecnica di accompagnamento si afferma che: “la disposizione è finalizzata a scongiurare la perdita di valore dei trattamenti pensionistici che deriverebbe dalla svalutazione dei montanti contributivi accumulati dai lavoratori”.

Però se questo comma fosse stato applicato avremmo avuto che i coefficienti ricavabili dalle stime del PIL (0,998073 per il 2014 e 1,005331 per il 2015), sarebbero stati rispettivamente modificati nelle seguenti misure: quello del 2014 aumentato fino a uno e quello del 2015 ridotto a 1,003394.

Fortunatamente è stato aggiunto anche il successivo comma 1 bis che così dispone: “In sede di prima applicazione delle disposizioni del terzo periodo del comma 9 dell’art.1 della legge 8 agosto 1995 n° 335 introdotto al comma 1 del presente articolo, non si fa luogo al recupero sule rivalutazioni successive di cui al medesimo periodo”.

Pertanto, il coefficiente di rivalutazione dei montanti da applicare nel 2015 non dovrebbe subire nessuna decurtazione.

Da iscritto all’Epap attendo sempre di leggere il bilancio annuale perché fornisce un’indicazione di come sono stati gestiti i contributi che versiamo annualmente.

Il bilancio 2014 è stato pubblicato nei giorni scorsi e leggendo la relazione sulla gestione a firma dell’Ex Presidente Pirrello leggo a pagina 7: “Nell’attesa del ricorso l’Epap ha varato, nel marzo 2014 un provvedimento per rivalutare i montanti del 50% della differenza tra il rendimento netto annuo e il valore della rivalutazione comunicato dall’Istat: ciò avrebbe permesso di rivalutare i montanti 2014 dell’1,90%; anche questo provvedimento non è stato approvato dei Ministeri. …………… l’EPAP ha fatto ancora ricorso al TAR Lazio……. Ma non ci si è fermati al ricorso al TAR il cui esito prevedibilmente richiede tempi lunghi, ancora nel 2014 l’Epap ha varato un nuovo provvedimento per rivalutare i montanti fino ad un massimo del 60% della differenza tra il rendimento netto annuo e il valore della rivalutazione comunicato dall’Istat. Il provvedimento assorbirebbe il precedente in caso di approvazione e, inoltre sarebbe retroattivo per la rivalutazione del 2014”

Per riscontrare quanto affermato nella relazione sulla gestione continuo a leggere il Bilancio 2014 e trovo a pagina 53 che l’accantonamento Riserva extra rendimento per il 2014 è pari a euro 10.682.552.

Ma soprattutto leggo che esiste nel bilancio dell’Epap una riserva extra rendimento al 31/12/2014 di euro 23.281.078.

Ora, avendo il TAR Lazio dato ragione all’Epap (TAR Lazio n° 11085/2015) ed essendoci una delibera già predisposta dal C.d.A in tal senso, gli iscritti si aspettano di vedere applicato quanto deliberato.

Ma la presenza nel bilancio di una riserva extra rendimento al 31/12/2014 di euro 23.281.078, al netto dei 10.682.552 destinati al 2014, fa ben sperare per il 2015.

Sarebbe veramente un segnale chiaro e facilmente verificabile che l’Epap ha cambiato la sua gestione e conviene essere iscritti alla cassa di previdenza.

Peraltro, se ciò venisse attuato, il numero di iscritti all’Epap che incrementerebbe la propria percentuale di contribuzione volontaria, sopra i minimi di legge, aumenterebbe sensibilmente (attualmente versano una contribuzione maggiore al 10 % - contributo soggettivo obbligatorio - solo 449 iscritti su 27.466 pari al 1,5 % del totale).

di Roberto Accossu

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Commenti 1

Carlo  Poddi
Carlo Poddi
12 dicembre 2015 ore 09:04

Complimenti Roberto per la splendida analisi....Chiara ed essenziale...
"Ad maiora " mi scappa da dirti ma io aspetto sempre che le azioni seguano le parole e che i segnali diventino fatti concreti.... Sembra che siamo sulla strada giusta? Staremmo a vedere...