La voce dei lettori 01/12/2017

La trattativa segreta sul riconoscimento del FOOI svelata da Zefferino Monini

Alta Qualità in cambio di riconoscimento. Una lettera di Zefferino Monini svela alcuni retroscena della vicenda FOOI-CEQ e afferma di non aver nessun “bisogno di operazioni di facciata avendo avuto un ruolo in questo settore sempre corretto”. La replica di Alberto Grimelli


Carissimo dottor Grimelli,

devo constatare con un po’ di rammarico, che anche quando i giornalisti li hai ospiti in casa, e pertanto hai modo di trasferire loro sensazioni e concetti one-to-one, entrambe queste ultime due cose vengono destrutturate e ristrutturate per farne elementi di grande richiamo mediatico, senza considerare i danni di immagine e di rapporti che sono normalmente molto più importanti di quanto possa essere un articolo giornalistico.

Partendo proprio dai danni di rapporto, che in questo momento sono la priorità rispetto all’interpretazione commerciale sui nostri prodotti, ritengo non corretto aver parlato da parte sua in maniera così scoraggiante dei sentimenti che nutro nei confronti del FOOI, che ritengo essere in questo momento l’unica opportunità per il settore olivicolo italiano di riuscire a trovare una condivisione di intenti per il futuro del nostro settore.

Posso invece dichiarare che su mia insistenza ho indirizzato il Consorzio dell’Olio Extra vergine di Qualità verso il FOOI, disturbando io in prima persona il Presidente Granieri affinché ci permettessero di portare avanti il progetto dell’Alta Qualità e rendendoci disponibili a cedere allo stesso FOOI il riconoscimento di inter-professione, essendo quello il luogo preposto rappresentativo di tutta la filiera olivicola di sicuro garante di quella che deve essere l’origine del prodotto italiano. Ricordo di averle detto nell’incontro avuto al Frantoio del Poggiolo pochi giorni orsono, che a mio avviso l’unica opportunità strategica per proteggere il settore italiano dagli attacchi dei tanti paesi operanti nel mercato degli olii di oliva era quello dell’Alta Qualità. Non ricordo di aver invece detto di non aver fiducia nelle OP costituite dalle Associazioni e ricordo altresì di averle detto che è improprio dire che la Monini in questo progetto sta pensando ad una propria OP.

Per quanto riguarda, come lei lo definisce “il caso GranFruttato”, che ha sempre rappresentato per la nostra Azienda la sfida dell’alta qualità fatta anche nelle quantità, le ho accennato alla difficoltà commerciale che si è venuta a manifestare nella campagna 2016.
Tali difficoltà sono state prevalentemente chimiche nell’area dei pesticidi e secondariamente , ma nemmeno tanto per quanto ci riguarda, organolettiche poiché in un anno come quello passato di poca produzione, con qualità in prevalenza mediocri abbiamo avuto difficoltà a trovare lo standard da noi richiesto per il GranFruttato nelle varie aree di produzione italiane dove normalmente ci approvvigioniamo .
E’ nostra ferma volontà tornare con il nostro olio GranFruttato ad una miscela 100% italiana, convinti che prodotti italiani di qualità, ad un prezzo moderatamente alto, possano indirizzare nuovi consumatori verso una crescita culturale facendo capire loro che il valore organolettico ( leggero amaro, con leggera pungenza e ricchezza di fragranze ) è il miglior valore edonistico e salutistico che solo un buon olio extra vergine di oliva può vantare di avere nel mondo.

Per quanto riguarda la strategia industriale penso che ancora la Monini non abbia bisogno di operazioni di facciata avendo avuto un ruolo in questo settore sempre corretto e che quindi non abbia bisogno di recuperare credibilità.

La ringrazio per l’attenzione da lei posta al nostro progetto e la saluto cordialmente.

Zefferino Monini


Gentilissimo Dr. Monini,

ho letto con sincero stupore e incredulità la sua lettera.

Ho partecipato con piacere all'evento da lei organizzato per alcuni giornalisti e opinion leader presso il Frantoio del Poggiolo allo scopo di presentare il progetto dei tre oli monovarietali.

Nel merito della sua missiva, confermo tutti i contenuti dell'articolo. Ho riportato fedelmente quanto detto durante l'evento, senza alcuna volontà scandalistica.

Avessi voluto fare dello scandalismo, mi creda, sarebbe stato molto semplice sulla base delle informazioni acquisite e delle dichiarazioni rese.

Ritengo inoltre inaccettabile il suo tentativo di addossare a me responsabilità per “danni di immagine e di rapporti”, in particolare in relazione alla FOOI.

Ho fatto informazione, come nella mission di Teatro Naturale.

Mi sono approcciato con molta curiosità al progetto. La giornata al Frantoio del Poggiolo è stata un'esperienza molto formativa, che mi ha lasciato anche molti interrogativi, che hanno alimentato ancor più la mia curiosità, la mia voglia di indagare, andare a fondo e conoscere. E' questa la ragione per la quale l'ho annoiata con i miei molti, forse troppi, quesiti. Le dò atto di aver sempre risposto ma non posso affermare che ha fugato tutte le mie perplessità, che ho poi esposto ai lettori di Teatro Naturale.

D'altro canto, non è la prima volta che, più che fornire risposte, pongo e mi pongo domande in un articolo. E' anche un modo di stimolare una riflessione collettiva, per cercare di andare oltre le apparenze e la superficie.

Amo anche condividere impressioni e riflessioni, come ho fatto con i colleghi presenti all'incontro, tutti egualmente sorpresi della viva cordialità, liberalità e familiarità che ha mostrato nell'esprimere il suo pensiero e le sue opinioni.

Mi rendo naturalmente conto che l'articolo pubblicato su Teatro Naturale non ha alcuna valenza comunicazionale, ovvero non evidenzia gli elementi valoriali del progetto che probabilmente la sua azienda voleva trasmettere alla pubblica opinione.

Non necessariamente, però, l'informazione coincide con la comunicazione né l'aver pranzato con lei mi esime dai doveri deontologici della professione giornalistica e, soprattutto, dagli impegni di trasparenza e lealtà presi con i lettori di Teatro Naturale.

Le auguro in bocca al lupo nell'organizzare i produttori intorno al suo progetto per valorizzare la biodiversità e la qualità dell'olio extra vergine di oliva italiano, come ci ha detto essere nel suo animo e nei suoi intendimenti.

Buon lavoro

Alberto Grimelli

di T N