La voce dei lettori 04/07/2017

Xylella fastidiosa, la tragicommedia partì così

Xylella fastidiosa, la tragicommedia partì così

La triste storia di Xylella fastidiosa e del Salento raccontata da Gabriele Verderamo, che fu tra i primi a visitare gli olivi in località Li Saluli a Gallipoli nel 2013


Spett. Redazione,

sono un agronomo che nel 2013 aveva la ventura di essere il coordinatore del Gruppo di monitoraggio fitosanitario dei parassiti da quarantena per conto dell’Osservatorio Fitosanitario della regione Puglia.

Nell’ottobre di quell’anno ebbi la disposizione di recarmi con i miei collaboratori e sotto la guida del vice direttore del CoDiLe, consorzio di difesa di Lecce, l’agronomo Vincenzo Parisi, in località ‘Li Sauli’ in agro di Gallipoli per vedere e riconoscere i sintomi di una malattia sconosciuta dovuta ad un batterio chiamato xylella fastidiosa, sino ad allora sconosciuto nel nostro territorio.

Quello che vedemmo fu sconvolgente: un paesaggio lunare colmo di monoliti secchi che prima erano rigogliosi alberi d’ulivo. Un paesaggio che aveva cambiato colore, dal verde ed argento al marrone chiaro, con le foglie residue che sembravano frutto d’incendio.

A dir poco terribile.

Il dott. Parisi spiegò a grandi linee cosa fosse la x. Fastidiosa, ci mostrò i sintomi e, da allora, seguendo le disposizioni dell’Osservatorio il mio gruppo iniziò un attento monitoraggio per delimitare la zona infetta.

Man mano che monitoravamo, ci accorgevamo come la malattia fosse avanzata a macchia di leopardo e di come essa modificasse il paesaggio, mettendo al contempo in serio pericolo un’intera economia.

Da quel momento, e sino ad oggi, si continuò il monitoraggio ed il campionamento, spingendoci sempre più a nord con un groppo indescrivibile nello stomaco.

Ho assistito, partecipato a riunioni di approfondimento, di formazione su quello che era ed è la xylella, su come riconoscerla o, almeno, ad averne sentore e su come campionare.

Ho assistito all’intenso lavoro dei ricercatori e degli studiosi, spesso gratis et amore dei, per capire come contrastare questa malattia sconosciuta ma terribile.

Ho assistito all’angoscia provata dagli addetti nel riconoscere l’impossibilità, nell’immediato, al contenimento ed alla lotta verso la fitopatia, salvaguardando le nostre meravigliose campagne.

Ma, al contempo, poco o nulla si faceva per spiegare agli agricoltori cosa si stesse facendo, come si stesse lavorando, lasciando una prateria sconfinata agli ‘ambientalisti’ o presunti tali, ai cantanti, ai verdi dell’ultim’ora, ai complottisti, ai fautori del “no” a tutto ed a qualunque costo.

Il culmine si raggiunse con l’intervento della Procura di Lecce che, incurante dello sbigottimento dell’intero mondo scientifico europeo e non solo, indagò i ricercatori che si stavano, e si stanno, dannando nell’impresa di spiegare a tutti la malattia e contemporaneamente di trovare una via possibile per contrastare il fenomeno.

A questo si aggiunse il neo presidente della regione, Michele Emiliano, che affermò la xylella non essere un’emergenza e decise di istituire una task force di 60 - sessanta - elementi per studiare le mosse da attuare. Inutile precisare come da questa montagna non è stato partorito nemmeno un topolino.

Ancora, lo stesso Emiliano, incredibilmente, partecipò ad una manifestazione della Coldiretti a Lecce diretta contro i mancati interventi della regione da lui diretta.

E’ una storia tutta italiana: a fronte di un manipolo di uomini di coraggio e buona fede si sono schierati ignoranti d’ogni specie, ciechi di fronte a tutto e nascosti dietro la bandiera paesaggistica, scordando o, peggio, ignorando come il paesaggio salentino e pugliese sia stato creato ed accudito dai nostri agricoltori e che esso è frutto di sudore ed investimenti e progetti familiari ed aziendali.

Agricoltori lasciati soli ad inventarsi tentativi di soluzione, inascoltati sempre dalle istituzioni e, spesso, da chi in campagna non è andato mai, neanche per un picnic.

L’attuale siccità causerà danni, anche gravi, ma prima o poi pioverà ed il danno sarà recuperato.

La xylella fastidiosa pauca ceppo CoDiRO è una pestilenza gravissima che continua nella sua opera silenziosa, come fa la Natura, infischiandosene dei proclami, delle direttive e delle ordinanze. Essa non prevede recuperi, è un disastro economico ed ambientale totale.

Il vero ed unico problema è che la xylella combatte sola e davanti a sé trova il nulla.

Cordiali saluti

Gabriele Verderamo

di T N