La voce dei lettori 15/07/2016

Adempimenti fiscali, burocratici e igenico-sanitari per confezionare l'olio extra vergine di oliva a casa

Ci scrive Rosaria Filomena Clemente. Ideare un marchio non è sufficiente per poter procedere al confezionamento e alla vendita di olio extra vergine di oliva di propria produzione. Occorrono precisi adempimenti fiscali, burocratici e igenico-sanitari


Gent.mo Dott. Grimelli,

sono Rosaria Filomena Clemente dalla provincia di Foggia, iscritta alle news di Teatro Naturale.

Sono una piccola produttrice di olio extravergine di oliva e vorrei commercializzare il mio olio per il quale ho già ideato un marchio.

Vorrei confezionare il mio prodotto presso la sede aziendale.

Quali sono gli adempimenti?

La ringrazio per avermi dedicato il Suo tempo.
Cordialmente

Rosaria Filomena Clemente

 

Gentilissima Signora Clemente,
prima di tutto mi permetta di augurarle buona fortuna per la sua iniziativa.
Per quanto riguarda gli adempimenti possiamo distinguerli in tre tipologie:

1) fiscali
Per poter confezionare e vendere l'olio extra vergine di oliva prodotto in proprio serve una partita Iva agricola, ovvero che si apra un'azienda agricola, regolarmente iscritta presso la Camera di Commercio.
L'apertura di una partita Iva comporta, a seconda del regime fiscale scelto, una serie di adempimenti. Le consiglio di rivolgersi a un consulente commercialista per trovare la formula più adatta alle sue esigenze.

2) burocratiche
Dovrà aprire una posizione nel registro di carico e scarico telematico degli oli di oliva (registro Sian) e effettuare le relative registrazioni. In particolare vanno registrati i movimenti di olio, tra cui filtrazione, spostamento tra tini, imbottigliamento etc, e le vendite dello stesso, annotando i clienti professionali (con partita Iva) mentre la registrazione è cumulativa per i clienti privati.
Può affidare la tenuta del registro a un CAA (centro di assistenza agricola).

3) igenico-sanitari
Occorre disporre di un locale adatto all'imbottigliamento. Questo significa che pavimento e pareti, almeno fino a 2 metri di altezza, devono essere lavabili. Il locale deve essere areato, naturalmente o artificialmente, e possibilmente deve essere dotato di illuminazione diretta e naturale. Spesso viene richiesto anche un lavabo per garantire la corretta pulizia durante le operazioni di imbottigliamento.
Per ulteriori indicazioni consiglio di rivolgersi alla Asl di riferimento per il territorio, così da avere l'elenco dettagliato dei requisiti igenico-sanitari che deve avere il locale di imbottigliamento.
Nel caso il locale in suo possesso non sia adeguato potrà richiedere l'adeguamento al suo Comune, attraverso una DIA (dichiarazione di inizio attività).
Nel caso il locale sia già adeguato, o dopo l'adeguamento, dovrà effettuare una SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività). La pratica SCIA, modulistica e disegni tecnici, va consegnata al proprio Comune.
Per eventuale DIA e per la SCIA consiglio di rivolgersi a un geometra o a un dottore agronomo per ogni dettaglio.

Cordiali saluti
Alberto Grimelli

di T N