La voce dei lettori 14/09/2015

Nel conto dei morti, bio batte convenzionale 53 a 0. E' davvero così?

La battaglia tra fautori del biologico e contrari sembra spostarsi su un piano ideologico. “Non oso immaginare la canea che scoppierebbe, se, a carico del convenzionale, fosse dimostrabile anche un solo defunto” ci scrive Giancarlo Curzel


Non entro nei dettagli del vostro articolo (ndr Duro scontro tra Altroconsumo e Federbio): mi limito ad osservare che, tra bio e convenzionale, il punteggio - inteso come numero di morti - è di 53 (circa, più qualche migliaio di infermi cronici) a zero.

Quindi, almeno in Germania, il bio vince abbondantemente.

O vi siete dimenticati dei germogli di soia bio - con annessa e. coli - di 4 anni fa? Non oso immaginare la canea che scoppierebbe, se, a carico del convenzionale, fosse dimostrabile anche un solo defunto...

Saluti

Giancarlo Curzel
Agronomo

 

Gentile collega,
ho la sensazione che lo scontro tra convenzionale e biologico si stia spostando sul piano ideologico. E' comprensibile se si parla con consumatori, le cui scelte sono anche dettate da spinte emotive e irrazionali, un po' meno quando mi confronto con tecnici.
Credo lei sappia che il numero di morti per cibo contanimato, a livello mondiale, è di circa due milioni all'anno. Più di duecento malattie sono associate con l'assunzione di alimenti in cui si annidano virus, batteri, parassiti e sostanze pericolose secondo l'Oms.
Escherichia coli è uno dei batteri più diffusi e che causa più morti. Un inquinamento da E. coli, in latte non bio e non pastorizzato, portò al decesso di una bambina e a gravi malattie per altri 40 in Europa nel 2010/2011.
Anche i frutti di bosco provenienti da Bulgaria, Polonia, Serbia e Canada, nel 2013, provocarono numerosi contagi col virus dell'epatite A, di cui almeno una trentina nel Trentino Alto Adige.
In questa rassegna è impossibile dimenticare il vino al metanolo: 19 morti nel 1986. Come pure è impossibile non ricordare i morti per Bse (morbo di Creutzfeldt-Jakob) che furono 41, tra Francia e Inghilterra, negli anni 2000.
Ovviamente la rassegna potrebbe continuare a lungo ma mi fermo qui.
Se i morti per cibo contaminato sono due milioni all'anno è evidente che non mancano i casi di cronaca, che hanno fatto anche un certo scalpore.
Il cibo biologico è meglio di quello convenzionale? La scienza è divisa. Vi sono ricerche che lo confermano e altre che lo smentiscono.
L'agricoltura biologica è più compatibile con l'ambiente di quella convenzionale (integrata e sostenibile)? I risultati differiscono in base ai metodi di calcolo adottati dai vari istituti di ricerca.
Il mondo può essere sfamato solo grazie all'agricoltura biologica? Anche qui la risposta non è univoca.
In mancanza di evidenze scientifiche certe e inconfutabili, occorre solo un approccio equilibrato e ragionevole che riconosca i meriti dell'agricoltura biologica, come spinta a una maggiore compatibilità ambientale, ricusando eventuali eccessi e approcci ideologici.
L'agricoltura biologica è una realtà in crescita che merita rispetto e attenzione. E' anche un fenomeno abbastanza recente. Le prime teorizzazioni sono degli anni 1940. I primi movimenti sono degli anni 1960. Tra le prime normative nel settore, il regolamento comunitario 2092 del 1991. E' un comparto che ha lacune e problematiche, ma ha saputo ben affrontare scandali e inchieste che si sono succedute in questi anni.
Ormai, è bene ricordare anche questo, i volumi di vendita sono tali che vengono al pettine i nodi sulla gestione del mercato e delle sue quote. In questo senso il biologico sta affrontando la sua prova di maturità più difficile: quanto sacrificherà della propria filosofia e dei propri principi in nome del mercato e dei profitti?
Cordiali saluti

Alberto Grimelli

di T N

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Commenti 8

Remo Carlo Egardi
Remo Carlo Egardi
11 marzo 2016 ore 09:42

Glifosato
Il glifosato è tra gli erbicidi più utilizzati al mondo. E' l'ingrediente principale dell'erbicida RoundUp di Monsanto. Ora è stato ufficialmente classificato come probabile cancerogeno per gli esseri umani. Il glifosato sarebbe in grado di danneggiare il Dna di esseri umani e mammiferi. Gli agricoltori esposti al glifosato avrebbero maggiori possibilità di sviluppare il linfoma non Hodgkin. In ogni caso al momento le prove sono ancora limitate.

Leggi anche: Roundup Monsanto: altri 5 motivi per mettere al bando il glifosato

2) Malathion
E' un insetticida utilizzato sia in agricoltura che a livello domestico per la disinfestazione. L'impiego di questo pesticida a livello professionale potrebbe aumentare il rischio di cancro alla prostata.

Remo Carlo Egardi
Remo Carlo Egardi
11 marzo 2016 ore 09:41

I PESTICIDI CAUSANO 220.000 MORTI ALL'ANNO E LO DICE L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA'

220.000 morti è il costo umano annuale del mercato mondiale dei pesticidi. Lo sconvolgente dato è stato comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed è stato rilanciato in Spagna dalla Fundación Vivo sano e dalla Organización para la defensa de la salud, in occasione della Settimana senza pesticidi, che si celebra in diversi Paesi.
Avvelenamenti diretti legati ai trattamenti agricoli e intossicazioni legate al consumo di alimenti che li contengono, ma anche un’esposizione inconsapevole di gran parte della popolazione attraverso cibo, acqua e aria o in occasione della cura di giardini e punti verde. Principi attivi che si bioaccumulano nei grassi con effetti cronici spesso sconosciuti.
Eppure, da studi agronomici dell’Istituto nazionale di ricerca agricola (Inra) francese, una semplice riduzione non guidata del 50% degli apporti di pesticidi comporterebbe una riduzione di resa dei terreni del solo 6%, nonché un contenimento dei costi produttivi. E ci guadagneremmo tutti in salute.

Giancarlo Curzel
Giancarlo Curzel
07 marzo 2016 ore 18:20

Gent. Collega A. Grimelli.
Vedo con molto ritardo la sua risposta del 14/9/2015, al mio intervento sulla diatriba/nonsenso tra coltivazioni organiche e convenzionali. Di tutto mi può incolpare, ma non di ideologia. Io ho solo citato dei numeri, non contestabili, di morti e persone rovinate per aver consumato cibi "biologici" certificati, inquinati appunto da batteri. Non da residui chimici o, orrore-orrore, da glifosate....Le altre situazioni da lei citate (vino al metanolo,mucca pazza, piccoli frutti surgelati e importati assieme all'epatite) non hanno nulla a che fare nè con le produzioni biologiche, nè con quelle convenzionali. Una cosa è chiara: con 2.500 m. quadrati/abitante del pianeta terra a disposizione per produrre alimenti per tutti, se dovessimo puntare sul biologico e seguire C. Petrini, da qui al 2050 dovremmo mettere a coltura un bel po' di milioni di ettari. Altrimenti i metri quadrati diventerebbero solo 1.500 Lei dove pensa che li potremmo reperire?

due zingare
due zingare
25 settembre 2015 ore 07:53

Dunque per l'agricoltura chimica (non la chiamerei convenzionale, come non lo direi della medicina allopatica, appunto chimica) non si hanno morti semplicemente perché é cancerogena e non si è stabilito le morti. Certamente ci sono centinaia di morti di agricoltori, soprattutto se analfabeti od operai costretti a lavorare senza protezione, che spandono pesticidi a mano, in dosi eccessive, senza maschere ecc ma altrettanto certamente nessuno le conta.
L'agricoltura biologica (o organica, come viene chiamata in germania, spagna, inghilterra, usa, australia ecc) é certamente discendente delle antiche pratiche ed osservazioni fatte dai contadini di tutto il mondo, dalle rotazioni agli scambi di semi, dalle varietá antiche agli innesti e trapianti, dal compostaggio ai macerati. Senza contare le preziose conoscenze delle piante spontanee commestibili per arrivare certamente a quella branca che unisce agricoltura e medicina, l'erboristeria. Su questo certamente le conoscenze degli avi sono tramadate e tradizionalmente custodite.

Remo Carlo Egardi
Remo Carlo Egardi
24 settembre 2015 ore 20:14

Attenzione ai pesticidi. Dall'Oms, in collaborazione con l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), arrivano segnalazioni da non sottovalutare. 5 pesticidi sono stati classificati come probabili o possibili agenti cancerogeni per l'uomo.



Per quanto riguarda l'Italia, la preoccupazione cresce per via dell'impiego massiccio di pesticidi utilizzati per combattere la Xylella fastidiosa, il batterio "killer" che starebbe minacciando gli ulivi del Salento.

I possibili e probabili agenti cancerogeni sono stati segnalati in un rapporto redatto dai ricercatori dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che si sono riuniti questo mese in Francia, a Lione, presso la sede della IARC.

Gli esperti si sono ritrovati per valutare le evidenze scientifiche sulla cancerogenicità di alcune sostanze utilizzate in agricoltura nel mondo. Le sostanze individuate dalla IARC vengono descritte nello studio "Carcinogenicity of tetrachlorvinphos, parathion, malathion, diazinon, and glyphosate", pubblicato su The Lancet Oncology.

Nella lista dei probabili o possibili agenti cancerogeni per l'uomo troviamo:

1) Glifosato
Il glifosato è tra gli erbicidi più utilizzati al mondo. E' l'ingrediente principale dell'erbicida RoundUp di Monsanto. Ora è stato ufficialmente classificato come probabile cancerogeno per gli esseri umani. Il glifosato sarebbe in grado di danneggiare il Dna di esseri umani e mammiferi. Gli agricoltori esposti al glifosato avrebbero maggiori possibilità di sviluppare il linfoma non Hodgkin. In ogni caso al momento le prove sono ancora limitate.

Leggi anche: Roundup Monsanto: altri 5 motivi per mettere al bando il glifosato

2) Malathion
E' un insetticida utilizzato sia in agricoltura che a livello domestico per la disinfestazione. L'impiego di questo pesticida a livello professionale potrebbe aumentare il rischio di cancro alla prostata.

3) Diazinon
Ecco un altro insetticida impiegato sia in agricoltura che negli ambienti domestici. Per questo pesticida, come per le altre sostanze indicate, le prove sono ancora limitate. In ogni caso il Diazinon sarebbe correlato all'aumento del rischio di cancro al polmone e di linfoma non Hodgkin.

4) Paration
Insetticida classificato come possibile agente cancerogeno, già oggetto di restrizioni in alcuni Paesi. E' un pesticida utilizzato in agricoltura contro le infestazioni da parassiti.

5) Tetrachlorvinphos
Come nel caso del Paration, si tratta di un insetticida classificato come possibile agente cancerogeno, già oggetto di restrizioni in alcuni Paesi.

La classificazione della IARC non è vincolante per gli Stati ma dovrebbe ricordare ai Governi e alle organizzazioni internazionali di raccomandare regolamenti, legislazioni o interventi riguardanti i pesticidi per proteggere la salute pubblica.

I Governi dovrebbero tenere in considerazione le indicazioni dell'OMS per decidere se continuare ad approvare, limitare o vietare l'utilizzo di pesticidi potenzialmente pericolosi per la salute in agricoltura. Come cittadini, nelle nostra abitazioni e nel nostro orto, possiamo fare a meno dei pesticidi e ricorrere a rimedi naturali in caso di necessità.

Remo Carlo Egardi
Remo Carlo Egardi
24 settembre 2015 ore 20:13

220.000 morti è il costo umano annuale del mercato mondiale dei pesticidi. Lo sconvolgente dato è stato comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed è stato rilanciato in Spagna dalla Fundación Vivo sano e dalla Organización para la defensa de la salud, in occasione della Settimana senza pesticidi, che si celebra in diversi Paesi.
Avvelenamenti diretti legati ai trattamenti agricoli e intossicazioni legate al consumo di alimenti che li contengono, ma anche un’esposizione inconsapevole di gran parte della popolazione attraverso cibo, acqua e aria o in occasione della cura di giardini e punti verde. Principi attivi che si bioaccumulano nei grassi con effetti cronici spesso sconosciuti.
Eppure, da studi agronomici dell’Istituto nazionale di ricerca agricola (Inra) francese, una semplice riduzione non guidata del 50% degli apporti di pesticidi comporterebbe una riduzione di resa dei terreni del solo 6%, nonché un contenimento dei costi produttivi. E ci guadagneremmo tutti in salute.

Redazione Teatro Naturale
Redazione Teatro Naturale
20 settembre 2015 ore 10:53

Tutti i principali testi di storia dell'agricoltura e non solo, come la Treccani, datano la nascita dell'agricoltura biologica dagli anni 1940. Alcuni, ad onor del vero, spostano le lancette dell'orologio indietro di qualche anno, alle teorie di Rudolf Steiner, degli anni 1920.
E' fare un torto all'agricoltura biologica sostenere che è sempre esistita, che è quella, semplicemente aggiornata, già posta in essere dai nostri nonni e trisavoli.
I nostri antenati non avevano scelta. L'agricoltura chimica, industriale o intensiva non esisteva. I metodi agronomici erano frutto di tradizioni tramandate e più o meno consolidate. I progressi tecnico-scientifici, ad eccezione delle sistemazioni idraulico-agrarie e di qualche elemento di fertilità dei suoli, sono stati molto limitati.
Poi tutto cambia, nascono i fertilizzanti minerali e i fitofarmaci, e allora alcuni studiosi tedeschi e inglesi, come Sir Albert Howard e Hans Muller, cominciarono a teorizzare una relazione, meno meccanicistica di quella in voga allora e forse anche oggi, tra la qualità del suolo, la salubrità delle piante e il benessere animale. Non solo, furono impiantate le basi delle prime ricerche tra cibo e salute umana. L'agricoltura biologica, nell'accezione dei teorizzatori, ha anche un profondo significato politico, sociale ed economico.
L'agricoltura biologica è una filosofia di vita e della vita che si applica al contesto agricolo. Non è tradizione ma l'applicazione, grazie a ricerca scientifica e progresso tecnologico, di metodiche agronomiche volte a ristabilire o instaurare condizioni di “equilibrio naturale”, migliorando la qualità degli alimenti e rispettando l'ambiente.
Affermare che l'agricoltura biologica discende da quella dei nostri avi è fare un torto all'agricoltura biologica stessa che non ha le sue radici in un lontano passato ma ha mosso i suoi passi dalla critica della nascente agricoltura intensiva, propugnando un altro approccio metodologico alla coltivazione e alla produzione di cibo.
Buona domenica

due zingare
due zingare
19 settembre 2015 ore 20:55

Non é molto scientofico sostenere che il biologico é recente, quando é evidente il contrario: il chimico é recente (1940? Certo nel 1920 ce n'era pochino in italia!) Ed é il biologico che é sempre esistito. Ribaltare la realtá fino a questo punto é come sostenere che l'erboristeria é medicina moderna...che cerca di soppiantare la medicina tradizionale...Forse il sistema no-dig o il roll-on possono considerarsi alternative moderne all'aratro, ma il biologico é semplicemente organico. E come la pasta madre, dipende dall'"operatore".