La voce dei lettori 19/11/2011

Libere professioni sotto scacco: tariffe minime sono solo uno specchietto per le allodole

Libere professioni sotto scacco: tariffe minime sono solo uno specchietto per le allodole

Le novità normative dall'estate all'autunno hanno portato tante e tali novità da stravolgere il quadro delle libere professioni con imprevedibili sviluppi futuri. Le riflessioni del dottore agronomo Roberto Accossu


Caro Direttore,

le ultime notizie apparse sulla stampa, inerenti l’evoluzione della normativa ordinistica, rappresentano un ulteriore segnale che il sistema delle libere professioni subirà, nel prossimo anno, un profondo rinnovamento che cambierà, radicalmente, il modo di operare di noi liberi professionisti.

Infatti, con le recenti disposizioni normative è stato stabilito che gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro un anno.

Una riforma che, una volta attuata, potrebbe portare alla scomparsa dell’attuale legislazione ordinistica con conseguenze sulla nostra società non del tutto prevedibili.

Ciò in quanto il comma 5 bis, introdotto dalla legge di stabilità 2012 nell’articolo 3 del D.L. 138 del 13/08/2011 convertito nella legge 148 del 14 settembre 2011, afferma che: “ le norme vigenti sugli ordinamenti professionali sono abrogate con effetto dall’entrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 5”.

Eppure, continuo a leggere che finalmente sono state abolite le tariffe minime per i liberi professionisti, anche se la Legge 4 agosto 2006, n. 248 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, (decreto Bersani) non è mai stata abolita per noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali cosi come per tutte le altre categorie professionali.

E’ stato, è vero, approvato al Senato un disegno di legge che reintroduceva la tariffe minime, ma solo per gli Avvocati.

A mio avviso non è l’abolizione delle tariffe minime, per di più inesistenti ed inapplicate da anni, dall’entrata in vigore del decreto Bersani, la vera novità contenuta nel D.L. 138/2011, ma l’aver codificato il comportamento che il libero professionista dovrà tenere nei confronti dei propri clienti.

In particolare quattro sono i principi che ne cambieranno il modo di operare:

1) l’introduzione della pattuizione per iscritto del compenso all’atto del conferimento dell’incarico;

2) l’obbligo di rendere noto al cliente il livello di complessità dell’incarico e l’obbligo di fornire tutte le informazioni circa i possibili oneri che nel corso della prestazione professionale potrebbero insorgere;

3) l’obbligo di stipulare apposita polizza per la responsabilità professionale;

4) la pubblicità informativa con ogni mezzo

Vediamo il perché.

1. La legge di stabilità 2012 ha, di fatto, eliminato qualsiasi riferimento alle tariffe nella contrattazione tra il professionista ed il cliente, per cui il compenso dovrà essere calcolato sulla base dell’esperienza e del supposto grado di difficoltà dell’incarico. Pertanto, si rischia o di sovrastimare o di sottostimare il proprio compenso.

2. L’obbligo di rendere noto il livello di complessità dell’incarico e di comunicare i possibili oneri si scontra, normalmente, con l’asimmetria informativa che spesso si verifica tra il professionista ed il cliente quando quest’ultimo fornisce un numero ridotto di informazioni al professionista che deve svolgere l’incarico.

Quantificare la complessità di un incarico significa conoscerne esattamente i contenuti, presuppone cioè una linearità del percorso da seguire, in assenza del quale è quasi impossibile determinare la complessità dell’incarico ed i relativi oneri.

3. L’obbligo di stipulare una polizza per la responsabilità professionale costituisce una ulteriore garanzia per il cliente. Infatti, dovrà essere comunicato al cliente il numero della polizza per la responsabilità professionale ed il relativo massimale. Questo tuttavia impone al Dottore Agronomo e Dottore Forestale un’attenta riflessione sulla tipologia di polizza da stipulare, non essendo ancora del tutto pronte le compagnie d’assicurazione a predisporre delle polizze assicurative per la responsabilità professionale mirate alla nostra attività, caratterizzata da un’elevata poliedricità.

4. L’introduzione della pubblicità nell’ambito delle libere professioni è un fatto relativamente nuovo, ma le recentissime esperienze della pubblicità su siti internet quali Groupon o eBay, di prestazioni professionali a costi estremamente ridotti stanno già generando numerosi fermenti e prese di posizione da parte di diversi Ordini.

Pertanto, è necessario effettuare un’attenta ricognizione delle prestazioni professionali pubblicizzate, al fine di evitare pubblicità ingannevoli e non veritiere che arrecherebbero discredito all’intera categoria e soprattutto ad una concorrenza leale tra colleghi.

Questi principi, una volta applicati, cambieranno il nostro modo di operare, imporranno un nuovo approccio nei rapporti con il cliente e l’adozione di nuove metodologie di comunicazione, per evitare che un’attività di tipo intellettuale, come quella del libero professionista, si trasformi in processo seriale.

Segnalo inoltre, che il D.L. 138/2011 e la legge di stabilità 2012 contengono altre sostanziali novità: formazione professionale obbligatoria, Consigli di disciplina nazionali e provinciali, deontologia, società tra professionisti e non professionisti, tutti argomenti che dovranno essere affrontati dai Consigli Nazionali onde evitare che siano altri a decidere per noi.

Cordiali saluti

Dott. Agr. Roberto Accossu

di T N

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Commenti 1

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
21 novembre 2011 ore 18:23

Un assegno in bianco. Questo è quanto ha firmato Silvio Berlusconi e messo nelle mani di Mario Monti.
Mi scuso col collega Roberto Accossu se non entro specificatamente nel merito di importanti questioni (quali la pubblicità e la pattuizione scritta) che hanno un rilievo pratico e deontologico.
Se è infatti vero che queste sono ormai realtà su cui occorrerà confrontarsi, magari in italica maniera, ovvero rispettandole nella forma ma cercando degli escamotage per ridurne l'impatto, la questione dell'eliminazione tout court delle leggi che compongono gli ordinamenti di tutte le professioni intellettuali tutelate dalla Costituzione è decisamente più preoccupante.
Sostituire gli ordinamenti professionali con un regolamento di emanazione governativa significa e implica lasciare in balia degli esecutivi e delle maggioranze che si succederanno, le sorti egli equilibri ordinistici che possono così mutare ad ogni battito di vento.
Tutto questo senza naturalmente entrare nel merito di quando e come, entro i prossimi 12 mesi, questo regolamento omnicomprensivo degli ordinamenti ordinistici verrà emanato. Viene prevista l'istituzione di Consigli di disciplina. Avremo quindi due istituzioni ordinistiche?
Dobbiamo altresì considerare che è possibile che il governo Monti decida di abolire le province. Il nuovo regolamento ordinistico ne terrà conto?
Gli scenari che si prospettano sono vari ma tutti molto incerti. Da quello più ottimistico: il regolamento semplicemente assorbirà le odierne leggi ordinistiche; a quello più pessimistico: una revisione completa e radicale dell'istituto ordinistico, in senso liberistico, associando di fatto la libera professione a un'attività di impresa.
Considerando il profilo personale e le idee del nuovo Presidente del Consiglio, oltre a quanto già promulgato relativamente alle società professionali, ritengo che ci sarà una forte spinta innovativa.
Gli ordini professionali, in questo contesto, possono essere soggetti attivi o lasciarsi trasportare, magari tentando qualche accomodamento, dalle onde. Quale strada verrà scelta?