Editoriali 02/10/2015

La legge è uguale per tutti, o forse no

Il pensionato viticoltore di Castellinaldo d’Alba, che aveva preso una maxi multa per aver vendemmiato in compagnia di alcuni amici, si è visto cancellare la sanzione dal Ministero del lavoro. Buon per lui. Meno per lo stato di diritto


Il pensionato viticoltore di Castellinaldo d’Alba, che aveva preso una maxi multa, da quasi 20 mila euro, per aver vendemmiato in compagnia di alcuni amici si è visto cancellare la sanzione dal Ministero del lavoro, come dichiarato dal segretario generale del dicastero, Paolo Pennesi.

Sono umanamente molto felice per Battista Battaglino, il pensionato che ha sicuramente vissuto giorni d'angoscia pensando alla maxi sanzione.

Sono molto meno felice per il nostro stato di diritto, senza alcuna certezza del diritto.

Secondo le ricostruzioni, nella vigna con il proprietario c’erano un nipote e la compagna, insieme con un amico di famiglia e un’altra persona. Nelle aziende agricole (evidentemente il signor Battaglino è titolare di partita Iva) è ammesso l'aiuto dei parenti fino al quarto grado. Ogni ulteriore aiuto si configura come lavoro nero. La legge (articolo 74 del Dlgs 276/2003 e successive modifiche) è molto chiara e non lascia scappatoie.

“L’ispettorato sta effettuando accertamenti sulla vendemmia, per contrastare eventuali irregolarità - dichiara il viceministro dell’agricoltura, Andrea Olivero - Questa era una vicenda paradossale, senza volontà di sfruttare lavoratori, né di sottrarre soldi allo Stato. La nostra battaglia dev’essere durissima e senza tregua dove ci sono sfruttamento e gestione indebita: non è questo il caso”.

Chi decide, caro viceministro, dove c'è sfruttamento e gestione indebita?

La levata di scudi dei media ha salvato Battista Battaglino. Altre decine di casi simili, se non identici, non hanno avuto la stessa fortuna. Se è la fortuna, diventare o meno un caso mediatico, a decidere le sorti di un cittadino o di un imprenditore è chiaro che non viviamo più in uno stato di diritto.

La legge non è più uguale per tutti.

Rovesciamo ora il punto di vista. Vediamo il fatto con gli occhi dei funzionari dell'Ispettorato del lavoro. Hanno applicato la legge ma, poi, è stato detto loro di chiudere un occhio, per ragioni politiche. Se non è la politica, è la stessa burocrazia, con circolari e interpretazioni che si contraddicono. Per non parlare di una giurisprudenza confusa e spesso discordante. In un simile contesto è praticamente impossibile attribuire responsabilità ed errori al singolo funzionario. Per i più scrupolosi e coscienziosi, svolgere così i propri compiti diventa un inferno. Per i più disattenti e spregiudicati è invece una pacchia.

Mentre il lavoratore del settore privato, il professionista e l'imprenditore pagano in solido per i propri errori, dimenticanze e omissioni, così non è nella pubblica amministrazione.

La legge non è più uguale per tutti.

Prima ancora di cercare una soluzione e una via d'uscita, un vecchio vizio italiano, vuole che si cerchino i colpevoli. E chi se non i politici? Sono loro che hanno fatto le regole.

Basta rileggere però i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (prima edizione 1827) per trovare la famosa figura di Azzeccagarbugli, un avvocato che sa piegare, trovare varchi nella legge, per servire gli interessi del cliente, nello specifico il potente Don Rodrigo.

L'incertezza del diritto è quindi un vecchio vizio italico.

Dobbiamo chiederci, ciascuno in cuor suo, se vogliamo davvero che la legge sia uguale per tutti...

Siamo tutti un po' colpevoli del fatto che la legge non è uguale per tutti.

di Alberto Grimelli

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Commenti 3

Lucilla Mango
Lucilla Mango
05 ottobre 2015 ore 11:15

Ho due modeste proposte. 1) Commisurare le multe al fatturato aziendale (la cifra di 19000 euro e spiccioli l'ho già sentita e temo che sia uguale per tutte le aziende agricole); 2) Istituire una forma di "minivoucher", con il solo contributo giornaliero INAIL, per la protezione infortuni alle persone che aiutano saltuariamente in azienda agricola a titolo gratuito (vicini per scambio di opere, parenti, amici della domenica, ecc).
Il minivoucher INAIL potrebbe essere applicato anche in altri ambiti, per esempio agli apprendisti, ai familiari dei negozianti, in tutti i casi di presenza non retribuita in un luogo di lavoro.
Inoltre auspico che durante le ispezioni in azienda agricola gli ispettori e le forze dell'ordine siano corretti e cortesi nei confronti dei titolari e dei lavoratori (ancora ricordo la fase intimidatoria "ti sbatto in galera" rivolta dal carabiniere ad una lavoratrice agricola, per altro in perfetta regola, durante un'ispezione di qualche anno fa nella mia azienda agricola). Lucilla Mango

Francesco Donadini
Francesco Donadini
03 ottobre 2015 ore 15:55

penso che questa sia una vera storia italiana, intrisa soprattutto di superficialità, incompetenza e mala gestio. Superficialità dell'informazione, che quando pubblica lo fa di pancia senza documentazione coerente e congruente, invece di informare si mette a comunicare, a convincere. Superficialità dei controllori, non si è capito se era un azienda agricola attiva o no, se i controllori hanno agito o meno con leggerezza nel comminare sanzioni iperboliche, possibile che non si rendessero conto della situazione effettiva e/o non usassero il buon senso. Superficialità del legislatore che crea leggi e pene senza reale correlazione con i fatti costruendo di fatto leggi su misura e creando montagne di discrezionalità per cui di fatto la legge non può essere più uguale per tutti, ma dipende. Superficialità di tutti noi, che di fatto preferiamo un sistema dove la legge non sia uguale per tutti e ce ne vantiamo: come fa un presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia intervistare con voce falsa, e non succede nulla! Superficialità è l'opposto di etica e deontologia.

Giuliano Lodola
Giuliano Lodola
03 ottobre 2015 ore 12:50

Indubbio che vada combattuto il lavoro nero in tutti i modi,questa disavventura del viticoltore ha fatto molto scalpore perché leggere l'intervento di ispettori e carabinieri alla vendemmia colpisce,subito si è pensato alla vendemmia familiare e la parola pensionato aiutava.
Vedrei una distinzione tra vendemmia di privati e vendemmia in aziende agricole piccole o grandi che siano.
Nel privato è venuta storia essere invitati e partecipare a questo evento gratuitamente ,trascorrere una o più giornate in campagna con il solo beneficio del pranzo in compagnia e magari al momento opportuno qualche fiasco di vino.
Se la vendemmia è in azienda agricola con partita Iva dove il vino viene poi venduto tutto cambia e il lavoro,fosse anche fatto da parenti,se non in regola al momento sarebbe lavoro nero e punibile,salvo deroghe settoriali tipo leggere fino al quarto grado di parentela,ma se hai una pizzeria e tua moglie sta dietro il banco poi è lavoro nero.
Se il pensionato è ditta avrà obblighi differenti dalla vendemmia familiare privata grande o piccola che sia,ha fatto scena la confusione creata da "pensionato" facendo subito credere al privato,ma non conoscendo con esattezza i fatti non entro nel merito del giusto o ingiusto averla cancellata.
Giuliano Lodola