Associazioni di idee 22/09/2016

Nel Testo Unico del Vino l'enoturismo c'è ma non esiste

Il Testo Unico del Vino licenziato dalla Camera riconosce l'esistenza del fenomeno dell'enoturismo, così come dei milioni di enopassassionati, ma ne disconosce la legittimità dal punto di vista fiscale. Servirà una legge sull'enoturismo?


“Finalmente il concetto di enoturismo è entrato nel Testo Unico del Vino, ma non possiamo ancora dirci completamente soddisfatti. Manca infatti tutta la parte fiscale che regoli la nostra attività (art. 86bis), stralciata a causa del veto sollecitato da corporazioni che nulla hanno a che fare con la nostra filiera”. Così il presidente del Movimento Turismo del Vino, Carlo Pietrasanta ha commentato l'approvazione, alla Camera, del disegno di legge sul "Testo Unico del Vino".

“Grazie soprattutto al lavoro dell’onorevole Colomba Mongiello – che ringraziamo e su cui confidiamo anche per il futuro – sarà possibile, previa segnalazione di inizio attività, somministrare in cantina anche prodotti non cucinati. Auspichiamo ora – ha proseguito Pietrasanta – che l’emendamento tolto possa rientrare attraverso una normativa specificatamente dedicata all’enoturismo, un fenomeno che rappresenta la front-line nel rapporto tra produttori e fruitori del vino italiano, con 13 milioni di arrivi in cantina e un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro l’anno. Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno – ha aggiunto Pietrasanta – un lungo passo avanti è stato fatto, nel bicchiere vuoto brucia invece la constatazione che non si sia trovata una soluzione definitiva in un testo che doveva rappresentare la sola e completa norma di riferimento per il settore vitivinicolo. Resta - ha concluso il presidente del Movimento Turismo del Vino - la speranza che la chiusura non sia definitiva. Siamo perciò fin da ora disponibili ad un incontro collegiale affinché si arrivi a una vera legge sull’enoturismo”.

di C. S.