Associazioni di idee 30/11/2015

Fava: sperimentazione ulivo in Valtellina. E l'olio lombardo si presenta ai buyer esteri


“La Lombardia, con 24 milioni di litri di olio di oliva consumati e 800mila litri prodotti, è la prima regione al mondo per consumo e il territorio più a Nord del mondo dove si produce l’olio”.

Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, intervenendo questa mattina a Puegnago del Garda (Brescia), all’evento dedicato agli olii del territorio gardesano, organizzato da Aipol e patrocinato da Regione Lombardia.

“La visita ospitare sul territorio di delegazioni del Regno Unito e di Taiwan per conoscere l’olivicoltura lombarda – ha spiegato l’assessore Fava – è nata a Guangzhou, all’ultima edizione del Food Hospitality China World, quando Unaprol mi chiese se era possibile ripetere iniziative di incoming per i buyer esteri”.

L’olio lombardo – 700mila piante, 2.500 ettari a ulivo, 7 varietà di cui leccino e casaliva le principali, due Dop (Garda e Laghi Lombardi) – ha una forte connotazione geografica. “Per l’88% è prodotto in provincia di Brescia – ha specificato Fava - ma per effetto dei cambiamenti climatici stiamo discutendo in questi giorni di avviare un progetto per la realizzazione di alcuni esperimenti olivicoli in Valtellina”.

Olio di frontiera, come è stato definito dal presidente di Aipol, Silvano Zanelli, proprio perché ottenuto nell’area di coltivazione dell’ulivo più a Nord del mondo, ha alla portata progetti di consolidamento e crescita. “Siamo convinti che nei prossimi decenni il consumo di olio extravergine di qualità sia destinato ad aumentare – ha ipotizzato Fava - per scelta di tutela, di salute e di sicurezza degli alimenti da parte del consumatore. Vorremmo che l’olio lombardo vada sempre più ad occupare il segmento più alto della qualità, che qualcuno può considerare di lusso, ma siamo convinti che il prodotto lo meriti e che sia tra i migliori biglietti da visita per vendere questo territorio, che è uno dei più importanti in Europa. Perché non c’è soltanto una componente di business, ma anche di cultura del territorio”.

di C. S.