Associazioni di idee 03/07/2015

Ai 200 mila olivicoltori professionali la stessa attenzione dei 30 mila allevatori


“Il settore dell'olio di oliva in Italia attraversa una fase cruciale, la cui importanza risulta determinante per le prospettive future: da come le imprese e le istituzioni sapranno affrontare tale passaggio dipenderà il ruolo che l'olivicoltura italiana reciterà nei prossimi anni”.
Lo ha detto questa mattina il Presidente del Consorzio Nazionale Olivicoltori, Gennaro Sicolo, aprendo, a Giovinazzo, i lavori del convegno nazionale "L'olivicoltura nazionale e l'organizzazione comune del mercato".

“La verità è che l'Italia ha perduto il classico ruolo di leadership da sempre giocato nel contesto globale dell'olio di oliva – ha sottolineato Sicolo - Noi di CNO diciamo da subito che non vorremmo imboccare la via del tramonto e propendiamo senza esitazioni per la soluzione della crescita e della modernità. Vorremmo che l'olio di oliva italiano di qualità continui ad essere un punto di riferimento sul mercato domestico e su quello di tutto il Mondo, ivi compreso quelli emergenti dell'Asia, del Medio oriente, del Sud America”.
Agli inizi degli anni ottanta la Spagna produceva 380.000 tonnellate di olio e l'Italia 550.000 e cioè il 48% in più; nel corso dell'ultimo quadriennio la Spagna ha prodotto 1.205.000 tonnellate e l'Italia 387.000. Oggi è la Spagna che produce il 221% di olio di oliva in più rispetto all’Italia e, nell'intervallo temporale considerato, l'Italia ha ridotto del 30% la produzione di olio di oliva e la Spagna, invece, l'ha moltiplicata per 3,2 volte.
“Per circa 30 anni, la politica agricola italiana ha messo al centro la questione del latte. Credo sia arrivato oggi il momento di rivendicare la stessa sensibilità per l'olivicoltura – ha rivendicato Sicolo -. In base alle nostre elaborazioni, delle 900.000 aziende olivicole conteggiate nelle statistiche, quelle che producono per il mercato e rappresentano lo zoccolo duro dell'intera filiera sono circa 200.000, molto di più delle 30.000 aziende oggi attive in Italia nella produzione di latte bovino”.
“Sulle 200.000 imprese olivicole professionali bisogna investire, con risorse adeguate e con interventi mirati alla competitività ed alla modernizzazione”, ha concluso il Presidente Sicolo.

di C. S.