Associazioni di idee 29/05/2015

E' crisi per i sansifici, produzione in calo del 40%

Assitol propone di istituire un tavolo di lavoro. Dati produttivi in calo, in linea con la diminuzione della produzione italiana. Il rischio è che a breve termine si assista alla chiusura di numerose aziende, colpite dagli effetti di un’annata negativa


Crisi sempre più fosca per le aziende produttrici di olio di sansa. Lo dimostrano i dati del Monitoraggio di ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia, che certificano l’andamento negativo del settore, colpito dal pesante calo di produzione olivicola degli ultimi mesi.

La sansa è un sottoprodotto della lavorazione delle olive in frantoio, impiegata per produrre olio alimentare e, in tempi più recenti, biomasse. Quello che, erroneamente, si potrebbe considerare uno “scarto”, al contrario, è valorizzato dal lavoro delle aziende che trasformano la sansa e ne estraggono un olio destinato all’alimentazione e, in aggiunta, un combustibile di origine vegetale, con evidenti vantaggi ambientali. “Il sansa riveste storicamente il ruolo di ‘grimaldello’ per l’olio d’oliva nei nuovi mercati– osserva Michele Martucci, presidente del Gruppo sansa di ASSITOL - in particolare in Asia e, in generale, nei Paesi non ancora abituati al gusto dell’extravergine. All’estero, si sono così aperte nuove opportunità per l’olio d’oliva, di cui il sansa è un fratello ‘povero’, ma dotato di analoghe qualità alimentari”.

Secondo i dati elaborati dall’associazione, i primi cinque mesi della campagna ancora in corso (novembre 2014-marzo 2015) hanno registrato una diminuzione della lavorazione delle sanse vergini – da cui si estrae poi l’olio – pari al 48,6%. Nel dettaglio, la produzione di olio di sansa è scesa del 39,1%, mentre quella della sansa disoleata, impiegata per fini energetici e per la produzione di mangimi, si è ridotta del 49,1%. Anche il sansa confezionato vive gli effetti della crisi, registrando un andamento fiacco sul mercato nazionale ed estero.

“Dati allarmanti - commenta il presidente Martucci – ma con una produzione olivicola calata di circa la metà rispetto agli anni precedenti, la nostra attività non poteva che risentirne. Quello che temiamo è che i problemi non finiscano qui”. A causa della scarsità di olio, sembra essersi acuito il rischio della corsa all’accaparramento della materia prima, che distoglierebbe quote di sansa ad un settore già in difficoltà. Proprio in questo ambito, operatori concorrenti sarebbero attirati dal filone dei bioenergie, che usufruiscono di incentivi statali, allo scopo di intascare i contributi pubblici. In questo modo, sottolinea il leader del Gruppo sansa di ASSITOL, “la sansa vergine sarebbe sottratta alla tradizionale destinazione alimentare, mettendo così in pericolo la tracciabilità della filiera olivicola ed aggravando il peso economico sui consumatori”.

Il rischio è che a breve termine si assista alla chiusura di numerose aziende, colpite dagli effetti di un’annata negativa. “Il nostro comparto rappresenta un segmento importante dell’intera filiera olearia – sottolinea Martucci -. Da tempo lavoriamo alla valorizzazione del sansa anche per usi energetici, affiancandola al nostro ruolo storico nella produzione alimentare. Ecco perché proponiamo di istituire un tavolo, con l’obiettivo di discutere la situazione ed individuare soluzioni adeguate al momento di difficoltà che vivono le nostre aziende. L’idea è di instaurare una proficua collaborazione con i diversi rappresentanti della filiera olivicola, seguendo l’esempio dell’interprofessione spagnola”.

di C. S.