Associazioni di idee 15/09/2014

L'embargo russo costerà 8 milioni di euro alla Toscana


Olio, formaggio, pasta, confetture, ortofrutta e pesce: l’embargo della Russia nei confronti di prodotti agroalimentare al costerà al Made in Tuscany circa 8milioni di euro. Lo stop alla vendita sarà un freno alla crescita costante ed importante delle esportazioni nel mercato russo che nel solo primo semestre del 2014 ha fatto registrare un incremento del 20% per i prodotti alimentari dell’agricoltura, silvicoltura e della pesca. L’embargo riguarda carne di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare, latte e latticini, frutta e verdura provenienti da Ue, e quindi anche dall’Italia, Usa, Norvegia, Australia e Canada, con l’esclusione di alcolici e di prodotti per bambini. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sull’export. Escluso dall’embargo il vino, e più in generale delle bevande, che da solo vale circa altrettanti 8milioni di euro. “Con l’embargo della Russia il Made in Tuscany– spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – paga un prezzo molto alto e mette un freno ad un mercato in crescita dove hanno trovato spazio molte aziende toscane”. Il valore dell’export di prodotti agroalimentari in Russia è cresciuto, tra il 2012 ed il 2013, del 15%, addirittura del 24% nel secondo trimestre del nuovo anno bevande incluse.

I primi contraccolpi sono già stati avvertiti dai principali produttori di pecorino Toscano Dop che si sono visti bloccare alla dogana le spedizioni o annullare gli ordini percentinaia di migliaia di euro di prodotto. Il tutto con costi aggiuntivi a carico dei produttori. Tra le vittime dell’embargo di Putin lo storico caseificio grossetano di Manciano che produce pecorino toscano Dop, tra i prodotti caseari più famosi ed apprezzati nel mondo. Il pecorino, così come altre tipologie di prodotti caseari, non può più raggiungere il mercato russo. “Lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari –confessa il Presidente dell'azienda maremmana, Carlo Santarelli - ha mandato in fumo 10 anni di investimenti e sacrifici. Ci hanno chiamato all’indomani dell’embargo i nostri importatori russi - prosegue - per segnalarci che il nostro formaggio non poteva più essere sdoganato. Avevamo altre spedizioni in corso, già programmate: sono state annullate”. Anni difficili per un settore, come quello lattiero-caseario, che ha tutte le carte in regola per creare sviluppo ma che invece trova sempre nuovi ostacoli ad impedirne il definitivo decollo. “Questa vicenda – analizza Santarelli – ci ha fatto perdere oltre 300mila euro di ordini che avremo dovuto evadere nelle prossime settimane. Arrivare ad aggredire mercati come quello russo è molto costoso e faticoso; servono pazienza e grandi investimenti. La crisi internazionale tra l’Europa e la Russia ha inflitto un duro colpo ad una realtà come la nostra che sui mercati emergenti ha scommesso tanto in questi anni”.

di C. S.