Associazioni di idee 24/04/2014

No Ogm in Italia. Il Tar boccia il ricorso contro il decreto interministeriale del 12 luglio scorso

"Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli Stati sul tema Ogm" ha dichiarato il Ministro Martina, annunciando che potrebbe essere uno dei dossier più importanti del semestre di presidenza italiano dell'Unione europea


Bocciato dal Tar il ricorso contro il decreto interministeriale del 12 luglio scorso che proibisce la semina di mais Ogm MON810.

“Apprendiamo con soddisfazione il pronunciamento del Tar che conferma nella sostanza le ragioni del decreto promosso dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine Ogm in Italia”. 

Così il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha commentato il rigetto da parte del Tar del Lazio del ricorso contro il decreto adottato dal ministro della Salute di concerto con il ministro delle Politiche agricole e dell'Ambiente recante "Adozione delle misure d'urgenza si sensi dell'art. 54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810.

“Proseguiamo ora con tenacia la battaglia che stiamo portando avanti anche con altri Paesi in ambito europeo. Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli Stati sul tema Ogm - ha ribadito Martina -. Se non riusciremo a trovare un accordo entro giugno, questo sarà uno dei dossier più importanti del semestre italiano di Presidenza dell’Ue. Sono convinto che il modello agricolo italiano debba valorizzare le sue peculiari caratteristiche per rafforzarsi anche sui mercati internazionali”.

Il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech MON810 modificato geneticamente. Lo rende noto con grande soddisfazione la Coldiretti nel sottolineare che la sentenza  conferma definitivamente il divieto di coltivazione in Italia.. L’agricoltura italiana - sottolinea la Coldiretti - resta dunque libera dagli  Ogm come chiedono quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati dell’agricoltura in Italia.
 
“Un risultato ottenuto grazie alla grande mobilitazione delle associazioni di ambientalisti, agricoltori, consumatori, cooperatori riuniti nella  coalizione Liberi da Ogm”  ha affermato il coordinatore Stefano Masini responsabile ambiente della Coldiretti nel chiedere al Governo di “chiarire quali siano le sanzioni da applicare nel caso di violazione del divieto di messa a coltura in modo da evitare situazioni analoghe a quanto accaduto nella scorsa estate in Friuli Venezia Giulia, che hanno portato alla contaminazione di terreni confinanti con quelli illegalmente coltivati con mais MON810, come accertato dalle indagini del Corpo Forestale dello Stato”.
 
Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - continua la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. Nell’Unione Europea - conclude la Coldiretti - nonostante l’azione delle lobbies che producono ogm,  nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810  piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962  ettari).

“Se nei mesi scorsi il Friuli Venezia Giulia ha rischiato di essere l’avamposto in Italia delle coltivazioni OGM, e se qualcuno ancora sperava di poter seminare senza conseguenze legali e nonostante il divieto che la Regione ha attivato con lo strumento della moratoria, la sentenza del Tar del Lazio definisce una volta per tutte che non un seme transgenico può essere seminato nelle campagne friulane.”
Lo afferma la deputata Serena Pellegrino, componente della Commissione ambiente della Camera, commentando la sentenza con cui è stata respinto il ricorso degli agricoltori pordenonesi Giorgio Fidenato e Silvano Dalla Libera .
“La soddisfazione è grande, innanzitutto per gli agricoltori friulani decisi a tutelate le proprie coltivazioni tradizionali e biologiche e per la galassia di associazioni italiane che fanno parte dell’organizzazione “ Per un Italia libera da OGM” , rappresentative di tutti cittadini coinvolti nel problema, dai coltivatori ai consumatori; e per tutti coloro che ricordo si stanno battendo non solo contro il mais Mon 810 ma contro tutte le coltivazioni transgeniche, in Italia e in Europa, difendendo dallo strapotere delle multinazionali  la biodiversità, l’agricoltura di qualità, l’ambiente, la salute e i diritti dei cittadini. ”
“Non fermiamoci però ai campi di mais di Fidenato: la richiesta e il diritto dei cittadini sono più ampi e diversificati, riguardano svariati altri OGM, che finiscono in maniera occulta nei nostri piatti ( come la soia importata e usata per i mangimi degli animali) e quindi l’etichettatura degli alimenti che garantisca che prodotto che metteremo in tavola contenga OGM. Molto lavoro davanti a noi, dunque, ma il segnale di oggi è incoraggiante, anche se, come troppo spesso avviene in Italia, ci giunge dalla magistratura piuttosto che dalla politica.”

di C. S.