Mondo Enoico 04/09/2010

I turisti più degli italiani amano il nostro vino

Sulla base di due ricerche di Enoteca Italiana e Assoenologi emerge un quadro positivo dal punto di vista dell’immagine ma negativo per i consumi e le vendite. Molto richiesti sono i corsi sul vino con degustazione e l’80% delle domande proviene da stranieri


Dopo l’attività promozionale svolta dall’Enoteca Italiana nel corso del periodo estivo. Tre mesi, giugno, luglio e agosto, che hanno registrato presso gli stand senesi quasi 5000 visitatori al mese e molto interesse e attenzione.

“Un ottimo risultato - spiega Claudio Galletti, Presidente di Enoteca Italiana- che dimostra la voglia di voler scoprire e conoscere le nostre eccellenze. Abbiamo avuto la presenza di francesi, italiani, giapponesi, tedeschi, inglesi, americani, spagnoli, olandesi, scandinavi, affascinati dalla nostra struttura e dalla mostra multimediale, Parladivino con circa 1600 vini di tutte le regioni italiane in esposizione.

Dell’80% di stranieri, il 30% è rappresentato da francesi, principali acquirenti di partite di bottiglie”.

La vendita per bottiglia si divide soprattutto tra i grandi vini: Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti e Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Prosecco e Lambrusco, tra i più richiesti, anche se non grandi numeri, i vini prodotti con vitigni autoctoni minori, come (Ansonica, Pecorino, Cortese, Bonarda, Canaiolo, Frappato, Grillo, Pigato, Falanghina, Montepulciano, Negroamaro, Gaglioppo, Primitivo, Ribolla Gialla, Refosco).

I turisti ai quali piace il vino, ma conosco poco le varie tipologie ed i vari vitigni autoctoni, espressione dell’enologia Italiana (circa il 60%) si lasciano guidare dagli esperti sommelier dell’Enoteca Italiana che, dopo aver ascoltato le loro esigenze, li aiutano a scegliere il vino giusto, con il miglior rapporto qualità/prezzo.

Discorso a parte per il ristorante Millevini di Enoteca Italiana, situato nei bastioni di nord-est della Fortezza Medicea di Siena, che con la sua splendida terrazza riesce ad ospitare più di 100 persone. I dati registrano che le preferenze dei commensali a pranzo si indirizzano soprattutto verso bollicine, bianchi giovani e rosati, rossi IGT giovani, preferendo un consumo a bicchiere che permette di abbinare la singola portata al vino giusto. La sera preferiscono anche i rossi che bevono in abbinamento ai piatti del territorio (tagliata, fiorentina, salumi e formaggi), occasione in cui si prende più volentieri una bottiglia. Il problema della patente a punti, comunque, ha inciso in modo sostanziale sul consumo del vino nella ristorazione.

Le vendite di bottiglie sono leggermente in calo rispetto agli ultimi anni, circa il 5%, dovuta con tutta probabilità, non solo alla crisi, ma anche alle problematiche di trasporto aereo e ai costi di trasporto via corriere. Gli acquisti di rilievo vengono effettuati dai francesi, olandesi e italiani che si muovono con mezzi propri (auto, camper) in quanto ne fanno un uso immediato nel corso della vacanze oppure come ricordo di un’esperienza. E’ aumentata del 12% la vendita a bicchiere al wine bar, anche perché il cliente è sempre più curioso e con il costo per l’acquisto di una bottiglia riesce ad assaggiare almeno 4/5 tipologie di vino e di diverse regioni provenienza.

Il lavoro di promozione dell’Enoteca Italiana, riguarda anche mini corsi e degustazioni guidate. Questa tipologia di turisti chiedono mediamente 4/5 vini in degustazione, prediligendo i bianchi del nord, in primis del Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e le bollicine, a cui aggiungono le eccellenze toscane quali il Vino Nobile di Montepulciano, Chianti Classico e Brunello di Montalcino ma anche vini del centro e del sud come il Moscato di Siracusa, la Malvasia delle Lipari, il Moscato e il Passito di Pantelleria. Molto richiesti sono i corsi di 2/3 ore sul vino con degustazione e l’80% delle domande proviene da stranieri.

Nonostante queste campagne di comunicazione, gli italiani si stanno disaffezionando al nostro vino e ne consumano sempre meno.

L’analisi realizzata da Assoenologi segnala infatti che nel 2009 il consumo interno pro-capite si è attestato sui 43 litri, contro i 45 del 2007. Il dato ottentuto registra che oggi quindi è consumato mezzo bicchiere a testa di vino contro i due bicchieri consumati negli anni Settanta, quando in Italia si bevevano poco meno di 120 litri a persona.
L’andamento proseguirà anche nei prossimi anni.
Nel 2015 si stima infatti un livello di consumo interno sotto la soglia dei 40 litri pro-capite, con un calo di circa il 70% rispetto agli anni Settanta.

di Ernesto Vania