Italia 06/06/2009

Le cooperative del vino pronte a rafforzarsi sui mercati mondiali

E' parola del presidente di Fedagri Paolo Bruni, il quale, intervenendo al sessantaquattresimo congresso di Assoenologi, punta su maggiori investimenti in risorse umane e promozione


Più competitive, ancora più aggregate e più intraprendenti sui mercati esteri. Così saranno le cooperative vitivinicole italiane, già oggi leader in Italia per giro d’affari, “il cui prossimo passo dovrà necessariamente essere quello di dedicare maggiore attenzione al mercato, la stessa attenzione che fino ad oggi hanno riservato alla valorizzazione del prodotto conferito dai propri soci”.

Così Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative nel suo intervento al 64° congresso nazionale Assoenologi dal titolo “Come cambierà nei prossimi anni la cooperazione vitivinicola in Italia”.

La ricetta per restare competitivi nei nuovi scenari economici e commerciali delineati dalla crisi internazionale si fonda per Bruni su tre parole d’ordine. “La prima è, ancora e sempre, l’aggregazione: se analizziamo – spiega il presidente di Fedagri – i dati sulle vendite delle nostre cooperative, vediamo che le imprese con fatturato inferiore a 15 milioni di euro hanno una incidenza dell’export sul loro fatturato complessivo pari al 19%, percentuale che scende fino al 7% nel caso delle piccole imprese. Senza la concentrazione dell’offerta, non è possibile raggiungere economie di scala e di prodotto che consentano alle cooperative di arrivare sui mercati con vini di qualità a prezzi contenuti.”.

In secondo luogo, ha proseguito Bruni, “occorre che le cooperative facciano precisi investimenti sulle risorse umane: abbiamo già un know-how di tutto rispetto, enologici di grande valore ed esperienza, ai quali oggi è bene affiancare professionalità specifiche quali gli Export Manager, il cui lavoro appare sempre più indispensabili per avvicinare il mondo della cooperazione ai mercati internazionali”.

Ma accanto alla conoscenza del mercato, occorre far conoscere e promuovere. Terza parola d’ordine per le cooperative vitivinicole del futuro è quindi la promozione. “In tema di promozione, il nostro auspicio è che si proceda con iniziative di sistema, evitando la dispersione di fondi in iniziative gestite da troppi singoli attori, che in molti casi sono tra di loro sovrapponibili. La promozione dovrà procedere, come sta già avvenendo con l’esperienza del Consorzio Opera di Fedagri, promuovendo il vino italiano in abbinamento con la tradizione e la cultura della nostra gastronomia, ma anche con altri punti di forza che fanno grande il nostro Made in Italy come lo sport, la moda, il design e le automobili”.

La promozione dovrà necessariamente arrivare anche nei Paesi più lontani. Lo scenario mondiale della produzione e dei consumi del vino è notevolmente cambiato nel giro di 20 anni. Oggi la richiesta di vino in Europa è calata sensibilmente, in particolare nei grandi paesi produttori come l’Italia (-26% rispetto al 1990), la Spagna (-21%) e la Francia (-20%). Negli altri continenti, al contrario, il consumo in 20 anni è cresciuto del 25% soprattutto nei Paesi non produttori in cui la domanda vale oggi il 37% del vino globalmente esportato, contro il 13% del 1990.





Fonte: Alina Fiordellisi

di C. S.