La voce dei lettori 29/11/2008

Olio di oliva. Ciò che l'acquirente consumatore vuole sapere

Una maggiore informazione scientifica per uscire dalla crisi. Si dovrebbe ricorrere alle tecniche pubblicitarie e mediatiche già efficacemente utilizzate per altri prodotti commerciali


E' da oggi che ho preso visione della Vostra interessante rivista, grazie all'informazione di un mio nipote.
Desidero fare alcune considerazioni sugli articoli pubblicati, riguardanti l'olio extra vergine d'oliva, ed in particolare sull'intervista all'imprenditrice Alessandra Cuscinà (link esterno).

A mio parere uno dei motivi dello scarso interesse che suscita nell'opinione pubblica l'olio extra vergine è dovuto soprattutto alla scarsa conoscenza sulla qualità e sulle proprietà benefiche e salutari dell'olio extravergine d'oliva nei confronti di altri oli e grassi alimentari. Ciò è da attribuire alla quasi totale mancanza di informazione scientifica che viene data a questo prezioso prodotto alimentare. A ciò si può sopperire utililizzando le stesse tecniche
pubblicitarie e mediatiche usate efficacemente per altri prodotti commerciali.

Se il "prodotto di qualità" deve costituire il nostro cavallo di battaglia per imporci non solo sul mercato interno ma anche e soprattutto su quello estero, è necessario qualificare l'olio extravergine d'oliva non solo con l'indicazione autoctona, bensì certificandolo con specifiche analisi (chimico-fisica, gascromatografica, NMR, panel test ecc.), in modo da etichettare l'olio extravergine d'oliva con una vera e propria "Carta d'Identità" e non con la sola indicazione del grado di acidità, peraltro facilmente contraffabile, o con la
semplice sigla Dop.

Oggi l'acquirente vuole sapere perchè il nostro olio extra vergine d'oliva è migliore di quello spagnolo, greco o tunisino, tanto da giustificarne il maggior prezzo.
Siamo pronti a confrontarci su tali basi con i produttori e/o esportatori stranieri?
Ebbene solo accettando questa sfida è possibile uscire da questa situazione di crisi.

Carlo Albo

di T N