Ambiente 01/03/2008

Il ruolo del verde urbano nella pianificazione del territorio nelle aree metropolitane

Fra i parametri utilizzati per valutare la qualità della vita nelle città vi sono l’ampiezza e la bellezza degli spazi pubblici, tanto più in Campania, regione al centro di scandali ambientali


Certamente fra i principali parametri utilizzati per commisurare la qualità della vita nelle città vi sono la qualità e l’ampiezza dei suoi spazi pubblici. I criteri utilizzati per valutare il grado di vivibilità degli ambienti urbani sono rappresentati dalla presenza di spazi verdi urbani e periurbani, dalla presenza di aree attrezzate polifunzionali per il tempo libero, nonché dall’arredo urbano di qualità.

Il verde urbano, - alberature, giardini, siepi, fiorite, tappeti erbosi e quanto altro costituito da materiale vegetale vivo - assolve ad una serie di funzioni fondamentali. Notevole è la capacità delle piante di abbattere il livello d’inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico, e di fitoclimatizzazione ambientale. La vegetazione, unitamente ad un sapiente uso dell’acqua e ad un ampio ricorso alle coperture vegetali, consente l’abbassamento della temperatura ambientale nei periodi estivi di diversi gradi. Il verde influisce sul mantenimento di un sano equilibrio fisico e psicologico dell’uomo offrendo momenti di relax a contatto con gli elementi della natura. Non trascurabile inoltre è la funzione estetica del verde che eleva notevolmente la qualità del paesaggio urbano, oltre alla funzione di abbattimento dell’anidride carbonica dell’atmosfera. Sforzo delle amministrazioni lungimiranti dovrebbe essere quello di puntare al recupero estetico e funzionale delle numerose aree marginali presenti nelle città con la finalità (oltre che estetico-funzionale) di abbattere il tasso di anidride carbonica nell’aria.

Risale al Rinascimento il costume di progettare complessi spazi verdi adiacenti ad edifici pubblici, privati o piazze. La tecnica, lungamente approfondita, ha permesso la concezione dei bellissimi e formali giardini all’italiana caratterizzati dalla presenza di ornamenti monumentali.

La Regione Campania, benché oggi attraversi una fase di impatto negativo, è un testimone privilegiato grazie a grandi disegni urbanistici del XVIII e XIX secolo in cui, nuclei di coagulazione sono stati le sedi reali Borboniche con i relativi parchi.

Questi ultimi sono veri capolavori dell’architettura dei giardini risultando funzionali e stilisticamente armonici non solo con gli edifici reali, ma anche con le aree esterne dove idealmente venivano riproposte le direzioni, le proporzioni ed il tipo di strutturazione presente all’interno del parco.

Opere di tale grandiosità non sono oggi, per ovvi motivi, più proponibili ma la salvaguardia e l’aumento delle aree verdi all’interno dell’abitato non rappresentano solo una legittima e semplice istanza ambientale, al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, ma, nella prospettiva storica prima accennata, rappresentano il rispetto della nostra cultura e della concezione storica della Regione.


L’esistenza di spazi naturali, all’interno del contesto urbano, oltre che migliorare la qualità della vita, è elemento unico che rende possibile la sopravvivenza dell’uomo nell’ambiente del tutto artificiale della città.

Uno degli obiettivi che si vuole raggiungere con la realizzazione di più ampi spazi verdi nelle città, è il risanamento ambientale dei centri urbani. Il buon senso e l’osservazione del traffico cittadino può dare una misura del degrado ambientale nel quale si vive senza necessariamente essere supportati dall’analisi dello smog cittadino. L’inquinamento atmosferico della città non è un evento episodico, casuale, bensì una condizione costantemente presente.

Benché sia possibile osservare delle fluttuazioni legate a fattori atmosferici, basta veramente poco per superare il limite di guardia di questo tipo di inquinamento.

Da ciò la necessità di una maggior dotazione di aree pubbliche, in tal modo attrezzate, che siano mantenute secondo un livello di organizzazione e decoro tale da permetterne la fruizione.

In tal senso deve essere superata la tesi dell’idea del giardino e del parco pubblico intesi come entità individuali nel contesto urbano: ogni spazio verde deve essere considerato come parte integrante di tutto il verde cittadino e come tale inserito in un piano urbanistico generale. Cortili, spazi interni, giardini, concorrono ad una omogenea connessione fra gli edifici e gli spazi esterni.

Un’alberatura ad esempio, può dividere un percorso ciclabile da uno pedonale o automobilistico costituendo così una segnaletica non invasiva rispondente alle istanze di armonia e vivibilità che il cittadino richiede.

Sulla scorta di quanto esposto, la sola salvaguardia delle aree a verde attualmente presenti all’interno dei centri urbani non basta, ma è necessaria la previsione di più ampi spazi liberi tra le costruzioni e, laddove ciò non è possibile, comunque sfruttare le aree residuali come arredo urbano e risistemazione del verde.

Al fine di dare metodologia agli interventi da perseguire, è necessaria un’opera di censimento e catalogazione che fornisca una conoscenza completa e dettagliata del patrimonio botanico e relative aree a verde pubbliche e private oggi presenti. È più opportuno parlare di patrimonio, e non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Spesso, infatti, si dimentica che un solo esemplare botanico può raggiungere il valore economico di svariate migliaia di euro.

In particolare sarà necessario individuare gli alberi monumentali e gli esemplari tipici del periodo borbonico che naturalmente hanno caratterizzato l’aspetto dei centri urbani. Propedeutico sarebbe il censimento e la catalogazione degli alberi di canfora, le magnolie, i cedri del Libano, i vari tipi di araucaria, le Phoenix canariensis, le Chamaerops excelsa ed humilis, gli ippocastani, i tradizionali e bellissimi lecci, i tigli, i platani che originariamente costituivano le alberature dei viali Vanvitelliani, i monumentali Pinus pinea, le diverse specie di Citrus e via di seguito, tutte specie testimoni della storia della Regione Campania.

Una volta definita una opportuna simbologia, ogni area o bene censito andrà riportato su un’idonea cartografia su supporto sia cartaceo che ottico e ciò costituirà un indispensabile strumento conoscitivo per l’identificazione delle successive proposte d’intervento, fra cui alcune strategiche come può essere quella di sistemazione a verde con le relative attrezzature nonché l’identificazione delle linee di sviluppo e di ristrutturazione del territorio.

E’ ragionevole ipotizzare che per gli interventi di recupero e valorizzazione dell’arredo urbano e sistemazione del verde, le scelte delle specie arboree dovranno essere realizzate nel rispetto del contesto botanico, storico, architettonico esistente e delle esigenze fisiologiche delle piante, in relazione alle locali condizioni microclimatiche, evitando in tal modo la piantagione di specie del tutto avulse dal contesto fitogeografico. La sistemazione del verde e la realizzazione dell’arredo urbano deve comportare una omogenea connessione fra gli edifici e gli spazi esterni. È necessario puntare all’aumento del verde fruibile secondo funzioni ricreative, di percorsi pedonali alternativi e piste ciclabili.

E’ inoltre opportuno ipotizzare la definizione di un puntuale piano di prevenzione e lotta antiparassitaria nonché di razionale potatura delle piante. Infatti la maggior parte dei pini presenti nelle città sono attaccati dalla processionaria del pino, insetto che debilita la pianta fino a portarla alla morte, oltre che a determinare problemi di allergie alle popolazioni.

Purtroppo ben poco viene fatto per il loro risanamento. È appena il caso di accennare al punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus), originario dell’Asia meridionale e Melanesia, che sta determinando la morte di piante di notevole pregio. Infine evidente, anche per le persone meno attente, l’osservazione di potature, indiscriminate e prive di criterio, che si effettuano in molte città sulle alberature.
La conseguenza è grave oltre che per il danno estetico per lo stress fisiologico a cui gli alberi vengono assoggettati con un danneggiamento che riduce la possibilità di sopravvivenza nel caso di avversità ambientali o biologiche.

La tutela e la valorizzazione di spazi verdi è divenuta un’esigenza tipica delle società ad economia avanzata, infatti è proprio nei Paesi più evoluti che si sono fortemente consolidate esperienze significative in merito alla tutela e valorizzazione del verde.

In Campania negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso il ruolo che il verde assume all’interno di ecosistemi complessi, ciò ha comportato un cambiamento di atteggiamento da parte delle amministrazioni locali nei confronti del verde.

Ragionare quindi in termini di ecosistema urbano, vuol dire rideterminare l’attuale modo di intendere la pianificazione del territorio, soprattutto nei medi e grandi comuni e nell’area metropolitana di Napoli, che deve indirizzarsi verso una crescita sostenibile in cui lo sviluppo delle risorse urbane deve essere coerente con l’esigenza di tutela delle risorse naturali.

di Ciro Costagliola