Fuori dal coro 08/11/2003

RENZO COTARELLA, QUALITA' E IDENTITA' LE PAROLE D'ORDINE PER IL FUTURO

Secondo il celebre enologo, in forza presso la prestigiosa casa vinicola dei Marchesi Antinori, il ministro Marcora ha costituito un solido punto di riferimento istituzionale per l'agricoltura




Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Da bambino, essendo figlio di agricoltori; ma come professione dal 1977.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Certamente soddisfatto, faccio la cosa che mi piace in un’Azienda che mi permette di farlo e anzi... mi spinge a farlo bene.

Perché il mondo rurale ha perso di centralità e importanza negli ultimi decenni?
Certamente non per un solo motivo. Sono diminuiti gli addetti e il settore si è sempre più globalizzato. Non so se abbia perso in centralità, forse ha solo cambiato obiettivi e quindi comportamento.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Credo proprio di si. Sarebbe un grave errore strategico non mantenere un forte interesse per il comparto agricolo non solo per ragioni economico-produttive, ma anche sociali, di tutela e mantenimento del territorio, di identità del nostro Paese, anche grazie ad alcuni prodotti agricoli, magari di nicchia, ma estremamente rappresentativi. Basti pensare al vino, all’olio, al formaggio e così via.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Perché mi ha affascinato e continua ancora a farlo.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Forse un aggettivo soltanto non rende giustizia, ma se devo sceglierlo direi “sorprendente”.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Anche in questo caso bisognerebbe fare un discorso più ampio, ma direi “divise”.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Due parole: qualità e identità.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Non potrei che dire vino. Anche se ora è più difficile di tre o quattro anni fa.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Per me che sono nel settore vinicolo e lavoro per Antinori è scontato dire Piero Antinori, ma nel nostro settore ci sarebbero anche altri. Mi fa piacere ricordare Giorgio Lungarotti.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Escludo l’attuale, del quale peraltro ho grandissima stima. Per noi agricoltori forse Marcora è stato nell’immaginario collettivo il ministro che più ricordiamo.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Le certificazioni di prodotto, se logiche e verificabili, credo che siano una scelta obbligata a difesa del consumatore.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Columella, L’Arte dell’Agricoltura.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
La Divina Commedia, e in particolar modo l’Inferno.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Forse perché la passione per il proprio lavoro li prende totalmente. Ma è vero, dobbiamo leggere di più.

di T N