Articoli 05/03/2011

La clamorosa retromarcia di Unaprol sugli alchil esteri in quarantotto ore

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca... Perchè mai la storica associazione ha prima salutato con favore l'introduzione del regolamento per poi fare un drastico dietrofront?


Che cantonata generale!
Uno scivolone come quello che sta prendendo la stampa generalista (quasi tutta) è storico ma c'è da dire, a discolpa dei media, che se a gettare legna sul fuoco sono proprio coloro che dovrebbero fare chiarezza...
Beh... almeno le attenuanti generiche si possono concedere.

Infatti ci si sarebbe dovuti aspettare, se non una levata di scudi a difesa del regolamento 61/2011, che fissa i limiti sugli alchil esteri per gli oli d'oliva, almeno un atteggiamento responsabilmente pacato.
Invece no, è stata una rincorsa a chi la sparava più grossa: Unaprol in testa. Proprio la stessa Unaprol che, solo qualche ora prima, plaudeva al regolamento.

Ecco un po' di riscontri.

Su “La Gazzetta di Parma” il 3 febbraio 2011, ovvero pochi giorni dopo la promulgazione del regolamento comunitario, in un articolo dall'eloquente titolo “L'Ue tutela l'extravergine. Stop agli oli “truccati” si legge: “il presidente di Unaprol (consorzio olivicolo italiano), Massimo Gargano, plaude all’iniziativa legislativa Ue ma invita a non abbassare la guardia “perché il regolamento entrerà in vigore dal 1 marzo, consentendo di fatto la commercializzazione degli oli che saranno imbottigliati entro quella data”.
A parte lo svarione sulla data di inizio applicazione della legge (non 1 marzo ma 1 aprile), il messaggio è chiaro: W il Reg. CE 61/2001.

In un comunicato stampa Unaprol del 24 febbraio 2011 si legge “la recente approvazione del Reg. CE 61/2011 potrà rafforzare -ha concluso il Presidente di Unaprol- l’azione di prevenzione e controllo delle frodi nel mercato dell’olio extra vergine di oliva.”
Ancora messaggi positivi e rassicuranti.

Ma ecco il voltafaccia, su “Il Tempo” del 26 febbraio 2011: “I Regolamenti europei sono provvedimenti ecumenici a lunga scadenza che però, a volte, nascondono il trucco". Lo afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol -Consorzio Olivicolo Italiano.” E ancora "Quando si discutono i regolamenti a Bruxelles - aggiunge Gargano - bisogna indossare le lenti progressive per guardare bene i pericoli lontani e per non inciampare nella trappola che incombe ai tuoi piedi. In questo modo - ha concluso Gargano - si finisce per autorizzare e regalare la libera circolazione di un imbroglio che indebolisce la posizione della Ue negli accordi del commercio internazionale a favore di interessi indifendibili e untuosi".

Cosa è accaduto tra il 24 e il 26 febbraio per giustificare tale clamoroso dietrofront?
Già, perchè delle due l'una: o il Presidente Gargano soffre di sdoppiamento della personalità o qualcosa deve avergli fatto cambiare opinione.

Malignamente, molto malignamente, dobbiamo sospettare, visto che non dubitiamo della salute mentale del Presidente Gargano, che la retromarcia sia dovuta a motivazioni squisitamente politiche.

E' infatti possibile che qualcuno abbia visto nella vicenda una leva per favorire, artificiosamente e pretestuosamente, i consumi dell'olio italiano? E' un caso se, dopo aver sparato ad alzo zero sull'Ue, che avrebbe imposto limiti stellari, si decanti sistematicamente il made in Italy per il bassissimo contenuto di alchil esteri? Si tratterebbe di un comportamento bieco e scorretto, dettato non da ragioni tecnico scientifiche, ma molto economiche, per tirare un po' su i consumi che invece, stando agli ultimi dati Assitol, languono...

E' altrettanto vero che mai come in questo periodo la filiera olivicolo olearia è sfilacciata, gli olivicoltori e frantoiani demoralizzati e demotivati, la fiducia nelle associazioni ai minimi storici. Essendo noto che trovare a additare un nemico aumenta la coesione e l'unità, non è che qualcuno ha pensato bene di prendersela con l'Unione europea per tamponare le proprie difficoltà interne?

Naturalmente non possiamo credere che il Presidente Gargano e Unaprol possano davvero anche solo pensare di danneggiare un intero settore, mettendo in discussione il regolamento 61/2011, per meri motivi di bottega, per promuovere il 100% italiano.
No, no... sarebbe troppo... davvero troppo...

di Alberto Grimelli