Articoli 26/03/2011

Dopo Slow Food, anche Roberto La Pira fa marcia indietro

Il Reg. Ue 61/2011 è un vero spasso. Perché ha fatto scivolare in tanti sull’olio. Complimenti dunque agli allarmisti, i quali prima lanciano saette, poi fanno dietro front, ma senza clamore, e soprattutto senza ammettere di aver sbagliato


Dopo Slow Food matita rossa e blu anche per Roberto La Pira. Certo, lo sapevamo bene che prima o poi se ne sarebbero accorti tutti. L’ultimo suo articolo apparso su “Il Fatto alimentare” (link esterno) cambia infatti approccio nel considerare il problema degli oli deodorati.

Il titolo è fatto ad arte: “Olio deodorato e olio extra vergine di oliva, il nuovo regolamento europeo non ferma i produttori più furbi”. Si ammette e non si ammette. Insomma, non ci sono più i toni catastrofici della prima ora. Sono solo i produttori più furbi a farla franca. In un primo tempo si dichiarava candidamente che dal primo aprile l'olio extra vergine di oliva deodorato diventava legale. Uff, che sospiro di sollievo. E che retromarcia! Ora finalmente anche per La Pira il contenuto di alchil esteri massimo è di 75 mg/kg. Però, che sforzo sovrumano. Scompare per fortuna il vecchio cavallo di battaglia con cui in tanti si incaponivano, innalzando i limiti a 150 mg/kg.

Nello stesso articolo citato si legge: “Per distinguere gli oli buoni da quelli un po’ taroccati si dovrebbe riportare sull’etichetta il valore di alchil esteri, anche se questo appesantisce le informazioni già troppo numerose”. Che bella idea! Non per rinfocolare la polemica, non è il caso, ma per dover di cronaca va precisato che la normativa vigente sull'etichettatura, il Reg. 1019/02, riporta all'articolo 5 le sole menzioni facoltative ammesse e, ovviamente, tra queste non compare il contenuto in alchil esteri.



di T N